Se continua così l’Italia che conosciamo non ci sarà più e l’intera classe politica di maggioranza e di opposizione sarà spazzata via.
Come è accaduto con la crisi italiana nel 1992 e con le due grandi crisi internazionali dopo
AgenPress. Svegliatevi o verrete travolti tutti. C’è qualcosa di surreale nel dibattito politico di questi giorni in Italia. Il discorso è più o meno il seguente: siamo usciti dalla crisi sanitaria, stiamo uscendo dall’emergenza economica, ora ci dobbiamo preparare bene alla fase della ricostruzione economica e, a seguire, grande sfoggio quotidiano di soldi europei che piovono come una manna e implicito – sbagliatissimo messaggio – non siamo mai stati così ricchi o, per lo meno, così fortunati. Siamo alla farsa ovviamente tragica.
Perché non sappiamo bene se siamo usciti davvero dalla crisi sanitaria, ma di certo siamo immersi fino al collo nell’emergenza economica e, con questo atteggiamento, governo e opposizioni sovraniste dimostrano di non avere la minima contezza del disastro in cui siamo finiti.
I commercianti parlano di un milione di posti di lavoro a rischio. La produzione industriale è dimezzata, tutto il mondo viene giù ma le piccole imprese italiane sempre un po’ di più delle consorelle spagnole, greche, francesi. I pochi ristoratori che hanno riaperto non hanno perso il 30% (calo record subito negli anni dell’austerità del governo Monti) ma addirittura riescono a fatturare il 30% di quello che incassavano prima del Coronavirus, insomma sono sotto del 70%. Il crack dell’agricoltura malcontato è di 12 miliardi.
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