La macchina pubblica italiana già incapace di fare fronte alle esigenze ordinarie è stata travolta dalle incombenze straordinarie. Negli ultimi anni abbiamo assistito a un grave indebolimento del ministero dell’Economia e al crollo delle capacità di dicasteri come Infrastrutture e Trasporti, Ambiente, Beni Culturali e Sviluppo Economico e alla spoliazione del Sud operata dalla conferenza Stato-Regioni
AgenPress. Siamo fuori di 100 miliardi, sì avete capito bene, questa è la cifra. Tra decreto Liquidità, decreto Rilancio e nuovo scostamento, il conto italiano di finanza pubblica della Pandemia ammonta a 100 miliardi e è stato coperto dalla emissione di nuovo debito.
A fronte di un impegno e di un indebitamento così rilevanti facciamo i conti ogni giorno con i ritardi nella erogazione della cassa in deroga e con un deflusso ancora estremamente rallentato nella distribuzione effettiva di risarcimenti dovuti e prestiti necessari.
La macchina pubblica italiana già incapace di fare fronte in modo efficiente alle esigenze ordinarie è stata travolta dalle incombenze straordinarie. Riteniamo che il Presidente del Consiglio più “dolosamente” sottovalutato della storia repubblicana italiana, Giuseppe Conte, ha il dovere di gestire da Palazzo Chigi con un indirizzo politico chiaro e un metodo totalmente nuovo la cassa europea che la svolta storica della Merkel consente di avere.
Può essere il conto/capitale della ricostruzione economica italiana o l’esca dei peggiori appetiti assistenziali mascherati dietro una guerricciola di potere tra burocrazie ministeriali incapaci e politici incompetenti.
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