Se lo rendiamo più appetibile con uno sgravio fiscale solido che attira capitali, il nostro Sud si affollerà di investimenti.
L’Europa ce lo chiede. Conte lo ha posto come dato strategico, insieme alle infrastrutture. Provenzano su questo punto sta lavorando bene. Fatelo e non vi vergognate
AgenPress. C’è voluta la voce autorevole di Fabio Panetta, membro del Board della Banca Centrale Europea, per ricordare all’Italia di non dimenticarsi del Sud. La sua intervista rilasciata alla bravissima Tonia Mastrobuoni di Repubblica si inserisce nel solco della grande tradizione meridionalista della Banca d’Italia dei Menichella, dei Draghi e dei Visco.
Che ha una caratteristica: vedere le cose prima degli altri e collocare la questione meridionale come questione competitiva italiana. Appartiene alla “veduta lunga” di cui ha oggi disperato bisogno il Paese e a quella coerenza meridionalista del trentino De Gasperi che uomini del fare come Menichella, Pescatore e Saraceno attuarono nella stagione del miracolo economico italiano dove intelligenza tecnica, riformismo cattolico e cultura laica trasformarono un Paese agricolo di secondo livello prima in un’economia industrializzata poi in una potenza economica mondiale.
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