Autostrade. Paragone, “altro che successo: qui chi festeggia sono proprio i Benetton!”

AgenPress – “Mentre il governo continua a raccontarci la storia dei Benetton sconfitti e umiliati da un accordo che restituirà le autostrade allo Stato, e con somma convenienza, gli imprenditori trevigiani continuano a contare i guadagni, copiosissimi, fatti grazie a un affare pazzesco. Pensare soltanto che, nel periodo che va dal 2009 al 2018, gli azionisti di Aspi sono riusciti a mettersi in tasca la bellezza di 6 miliardi di dividendi, un fiume di denaro che, però, non è servito a convincere il gruppo ad aumentare gli investimenti”.

Lo scrive Pier Luigi Paragone.  “E così, spiega Repubblica, nei mesi drammatici in cui il crollo del Ponte Morandi sollevava polemiche, rabbia e interrogativi, 518 milioni di euro andavano a gonfiare ulteriormente le casse. E il rischio è che i regali non siano ancora finiti.

Autostrade, altro che successo: qui, chi festeggia, sono proprio i Benetton

Giuseppe Conte si è affrettato a dare in pasto alla stampa e ai social un accordo, a suo dire, vantaggioso e già praticamente concluso. La realtà, però, è un’altra: la trattativa Stato-Benetton continua, di scritto al momento non c’è nulla e le sorprese sono tutte dietro l’angolo, pronte a fare capolino. L’idea principale resta l’ingresso di Cassa Depositi e Presti (che gestisce i risparmi degli italiani) nel capitale di Aspi, acquisendo una prima quota che dovrebbe aggirarsi intorno al 33%. Con la stessa Cdp che dovrebbe poi mettere soldi per un aumento di capitale destinato agli investimenti. Toccherà ai contribuenti, insomma, pagare per quei controlli e quella manutenzione che i Benetton, a fronte dei lauti incassi dei pedaggi, hanno sempre rifiutato di effettuare. Un vero affare.

Autostrade, altro che successo: qui, chi festeggia, sono proprio i Benetton

Non bastasse, ecco che dopo i trionfali annunci giallorossi le carte in tavola sono cambiate. Anche perché, come ricordato, di ufficiale non c’era e non c’è ancora nulla. E così Atlantia, la holding che fa capo agli stessi Benetton, ha invertito la rotta: niente più cessione graduale del suo 88% di Aspi a Cdp ma vendita, alla quale “potrà partecipare anche Cassa Depositi e Prestiti”. Non proprio lo stesso iter di cui aveva parlato Conte. D’altronde, gli imprenditori sanno bene di avere il tempo dalla loro parte: la solidità del governo è minima, il rischio di una crisi costante. E un eventuale ritorno alle urne congelerebbe tutto, permettendo un ulteriore ribaltamento della situazione.

Autostrade, altro che successo: qui chi festeggia sono proprio i Benetton

A testimonianza della forza di Atlantia in questa trattativa, c’è la recente presa di posizione della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino (terzo azionista della società con quasi il 5%) che si è schierata a favore della vendita di azioni di Aspi sul mercato. Il presidente, d’altronde, è Giovanni Quaglia, guarda caso a capo dell’autostrada Torino-Piacenza e della società incaricata dei lavori di completamento della Asti-Cuneo. Basta questo passaggio per capire come il manico del coltello non sia affatto nelle mani dello Stato, anzi”.

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