Malan (FI), pubblicata interrogazione su sanatoria Conte al “suocero”

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AgenPress. Lucio Malan, vicepresidente vicario dei senatori di Forza Italia, ha dichiarato:

“Ho depositato ieri durante la seduta del Senato ed è pubblicata ora negli atti l’annunciata interrogazione del collega Massimo Ferro e mia, con altri 23 senatori di Forza Italia, sulla depenalizzazione del mancato versamento della tassa di soggiorno contenuta nel decreto rilancio e che sembra attagliarsi al caso del padre della compagna del presidente del Consiglio Conte, gestore del prestigiosissimo Hotel Plaza di Roma, il quale  dal 2014 al 2018 non avrebbe girato al Comune di Roma i 7 euro al giorno richiesti ad ogni cliente come tassa di soggiorno per un totale di oltre 2 milioni di euro.

Prima del decreto, il reato ipotizzato era il peculato, punibile con la reclusione da un minimo di quattro anni a un massimo di dieci anni e sei mesi. L’interrogazione è costituita da due domande. Era consapevole il presidente Conte che il decreto-legge recante la sua firma depenalizza il mancato versamento della tassa di soggiorno?

Conosceva il presidente Conte la vicenda giudiziaria del padre della sua compagna? I commenti li lasciamo ad altri, specialmente agli esponenti del M5S, così solerti nell’indignarsi per i tre deputati che hanno chiesto il bonus da 600 euro, così accaniti contro ogni ipotesi di conflitto di interessi, così scatenati contro il reato di peculato, di cui vari politici sono stati accusati, purché queste cose riguardino altri.”

19 agosto 2020

TESTO INTERROGAZIONE

Al Presidente del Consiglio dei Ministri

Premesso che il Governo ha adottato sotto la propria responsabilità, in quanto ha ritenuto contenesse norme di straordinaria necessità e urgenza, il decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, recante “Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19”, denominato nella comunicazione “decreto rilancio”;

in sede di conversione in legge, il Governo ha posto la questione di fiducia nell’altro ramo del Parlamento il 7 luglio, impedendo l’esame in assemblea dei numerosi emendamenti, tra i quali  due soppressivi dei commi 3 e 4 dell’articolo 180 e altri due che ne attenuavano gli effetti di sanatoria, già bocciati in Commissione conformemente al parere del Governo; il provvedimento è quindi giunto al Senato a ridosso della scadenza, impedendo di fatto qualsiasi possibilità di modifica, comunque resa impossibile in Assemblea, dove il 15 luglio il Governo ha posto la questione di fiducia, escludendo dal voto i diversi emendamenti soppressivi e modificativi dei due citati commi;

per sapere:

se era informato del fatto che nel decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, firmato dal presidente del consiglio dei ministri e dal ministro dell’economia, l’articolo 180, commi 3 e 4, cancella per l’albergatore il ruolo di agente contabile per la riscossione della tassa di soggiorno, con l’effetto, anche retroattivo, che per gli albergatori che non avessero versato ai rispettivi comuni la tassa di soggiorno fatta pagare ai clienti non è più ipotizzabile il peculato, punibile ai sensi dell’articolo 314 del codice penale con la reclusione da quattro anni a dieci anni e sei mesi, ma la semplice evasione fiscale, punita con una sanzione amministrativa;

se era informato del fatto che il padre della sua compagna è stato accusato di non aver versato per anni al Comune di Roma Capitale le tasse di soggiorno fatte pagare ai clienti dell’Hotel Plaza di cui è gestore, per un totale che ammonterebbe a 2 milioni 47 mila 677 euro.

 

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