AgenPress. Gabriele Menotti Lippolis, presidente dei giovani imprenditori di Confindustria sud, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Sulla situazione delle imprese. “Le nostre imprese finora si sono comportante molto bene, perché sono stati pochissimi i contagi nei luoghi di lavoro –ha affermato Menotti Lippolis-. L’appello è di fare molta attenzione in tutti i luoghi dove ci può essere contatto. Non possiamo dare la colpa ai locali, ai ristoranti. dobbiamo fare attenzione in tutti i settori, anche nella socialità privata tra amici.
Anche se chiudi i ristoranti alle 24, le cene private continueranno ad esserci nelle case. Quindi serve responsabilità da parte di tutti. Per quanto riguarda l’aspetto economico siamo preoccupati, sapevamo che la curva in autunno-inverno sarebbe potuta aumentare”.
Sulle risorse che arriveranno dall’UE. “Il problema dell’Italia è che spesso abbiamo le risorse e poi non sappiamo spenderli perché non ci sono i progetti. Il nostro presidente Carlo Bonomi durante l’assemblea nazionale non ha chiesto sussidi, ma sburocratizzazione, investimenti in infrastrutture, è questo che vogliamo noi. Ci sono tanti dirigenti, ma poi vediamo che vengono nomati i commissari.
Perché le task force e i commissari? Perché c’è qualcuno che non sa fare bene il suo mestiere di dirigente, cominciamo a riflettere su questo. Investimenti nel meridione? 209 miliardi del Recovery fund sono sul tavolo, spero che non tornino indietro ad altri Paesi che sanno spenderli meglio. Servono progetti seri, non numerosissimi. So che si stanno esaminando più di 600 progetti, io penso se ne debbano fare pochi e buoni.
Al Mezzogiorno le risorse vanno date, il direttore generale di Bankitalia ha detto che al sud non vengono effettuati investimenti pubblici in proporzione al numero degli abitanti. Non possiamo dire: aiutiamo il mezzogiorno, ma poi quando facciamo gli investimenti e i progetti non lo aiutiamo. Ad esempio collegare con l’alta velocità i due aeroporti di Bari e Brindisi sarebbe fondamentale. In questo momento da Bari a Brindisi, che distano 100 km, ci vogliono 3 ore e quaranta con treno e bus. Forse ci si mette meno tempo a piedi”.