AgenPress. Erano state garantite entro l’autunno, oltre 100 milioni di dosi di vaccino per immunizzare, considerando anche il richiamo, i 51 milioni di italiane/i over 16, secondo il Commissario Arcuri, utilizzando i prodotti di Pfizer – BioNTech, Moderna e da febbraio, forse, Astra Zeneca. Per giungere al traguardo, considerando la “doppia dose”, bisognerebbe poter vaccinare 360mila persone al giorno. La Pfizer, ha dichiarato che non garantirà le dosi pattuite, a causa del rallentamento della produzione (o più probabilmente per dare la priorità ad altri stati come USA ed Israele (esclusi i palestinesi dei territori occupati). In alcune regioni come il Lazio, è stato annunciato che i vaccini slitteranno di una settimana, e resta nel Paese il rischio che non ci siano le necessarie seconde dosi senza le quali le prime sono insufficienti.
Per risolvere il problema sarebbe sufficiente la volontà politica degli Stati di costringere le multinazionali produttrici a bypassare i brevetti affidando la produzione direttamente ai tanti stabilimenti farmaceutici all’avanguardia di cui dispone l’Europa
I governi hanno finanziato con denaro pubblico la ricerca ma devono acquistare i vaccini a prezzo di mercato e poi subire l’umiliazione di essere privati di una parte di quelli pattuiti. La drammatica situazione globale pretende che si sospendano le norme sui brevetti perché si possa assicurare una adeguata distribuzione dei vaccini. Una politica governativa seria dovrebbe farsi carico di tale scelta, per coinvolgere aziende e laboratori farmaceutici in modo da garantire una massiccia produzione fino al termine dell’emergenza pandemica e/o dell’effettiva disponibilità sul mercato delle dosi necessarie all’immunizzazione di massa.
Ma, pensando al futuro e combattendo le logiche dell’autonomia differenziata che producono sciovinismi vaccinali come quello proposto dall’Assessora alla sanità della Lombardia, Letizia Moratti, lo Stato deve impegnare risorse economiche per la ricerca di vaccini e divenire socio di stabilimenti per la loro produzione in Italia.
Al di là dei provvedimenti che stanno portando a contenere i contagi, non ci arrendiamo all’indifferenza con cui si contano le vittime. Occorrono provvedimenti drastici di alterità politica del Governo. Risorse economiche, personale e vaccini.
Siamo tra i promotori e sostenitori dell’ICE (Iniziativa dei Cittadini Europei) per ottenere la proprietà pubblica sui vaccini perchè non ci siano profitti sulla pandemia. L’ICE di cui primo firmatario per l’Italia è Vittorio Agnoletto propone una modifica legislativa alla Commissione Europea. Occorrono 1 milione di firme, per l’Italia 180.000, perché la Commissione debba prendere un’iniziativa in materia.
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Maurizio Acerbo, Segretario nazionale -Rosa Rinaldi, responsabile sanità, PRC-S.E.