AgenPress – “Ho fatto un atto di impeto e alla fine sono tornato sui miei passi mi è dispiaciuto soprattutto per il presidente Conte che non mi ha messo né la pistola alla tempia né mi ha fatto offerte. Gli ho chiesto scusa per interposta persona, attraverso le agenzie di stampa, perché non ho il suo numero di cellulare”.
Lo spiega in due interviste a ‘La Stampa’ e ‘Il Messaggero’, Luigi Vitali senatore di Fi, spiegando di aver deciso di passare nelle fila dei “Responsabili” e di aver fatto “una figuraccia”, in uno “slancio di generosità, convinto di fare il bene del Paese”.
Vitali spiega di essere stato convinto ad andare a parlare con Conte da “alcuni amici comuni, sapendo come la penso su questa crisi, sui veti incrociati, sulla necessità di evitare il ritorno al voto”. Il premier uscente gli aveva assicurato “di voler solo affrontare le emergenze, portare in salvo il Paese, concentrandosi sul Recovery e le cose più urgenti, rinunciando a temi divisivi, come la giustizia”.
Al senatore “è sembrato sincero, mi ha proprio imbambolato, anche se non sono un principiante. Così mi sono ritrovato a dirgli che lo avrei aiutato”. Però “già mentre tornavo a casa ci stavo ripensando”, poi “sono venuti a trovarmi a casa tre colleghi della Lega e mi hanno detto che mi cercava Berlusconi” ed è arrivata la telefonata con cui il leader di Forza Italia l’ha convinto a restare.
A Berlusconi “ho espresso la mia preoccupazione, gli ho detto che non voglio le elezioni anticipate e lui mi ha rassicurato spiegando di aver già dato la disponibilità per un governo di larghe intese”. L’ha chiamato anche Salvini, che ha spiegato di essere “disposto a parlare con chiunque, purché si facciano la riforma del fisco e della giustizia”. Ora comunque Vitali pensa “sia meglio che si ricomponga questa maggioranza e vada avanti Conte” anche se “non appoggerò un eventuale Conte Ter”. Al centrodestra “non conviene ritrovarsi a gestire una situazione così complicata, è meglio l’opposizione, aspettare il 2022 o il 2023 e vincere le elezioni”.