Cile. Assemblea costituente: vincono sinistra e radicali. Pinera ammette la sconfitta

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AgenPress –  Grave sconfitta per il governo conservatore di Sebastian Pinera. Con il 90% dei voti scrutinati, il 40% dei 155 seggi risulta assegnata a candidati indipendenti e lontani dai partiti tradizionali. Tra questi ultimi, il blocco delle sinistre (il Partito comunista, Lista Apruebo e Apruebo Dignidad) ha ottenuto il 33,2%, mentre la lista delle destre, Vamos por Chile, si è fermata al 20,8%. I seggi saranno distribuiti in modo equo tra uomini e donne e 17 seggi saranno riservati alle comunità indigene.

Gli eletti saranno ora chiamati a redigere una nuova Costituzione che metterà fine a quella in vigore, che fu imposta nel 1980 durante la dittatura del generale Augusto Pinochet.

Una volta approvata da un referendum il prossimo anno, la nuova Carta reciderà dopo 40 anni ogni legame con il passato.

Gli esperti hanno sottolineato che la sconfitta del governo era prevista, ma è stata resa più amara dal fatto che pur presentando una lista unica e unitaria, non è stato raggiunto l’obiettivo minimo di un terzo dei seggi della Costituente, che avrebbe permesso un’azione di bloccaggio per le decisioni non gradite.

L’affluenza è stata però deludente. Secondo le prime stime, si è recato alle urne solo il 37% dei 14,9 milioni di aventi diritto, sebbene i cileni fossero stati chiamati a eleggere anche un vasto numero di sindaci, consigli comunali e, per la prima volta, governatori regionali. Il voto, che si è svolto in due giorni, è stato la seconda tappa del plebiscito del 25 ottobre 2020, quando i cileni in stragrande maggioranza (quasi l’80%) scelsero di redigere una nuova Magna Carta, in sostituzione di quella attuale, ereditata dalla dittatura militare.

Pinera ha ammesso la sconfitta.  “In queste elezioni, la cittadinanza ha inviato un messaggio forte e chiaro al governo e a tutte le forze politiche tradizionali: non siamo sintonizzati in modo adeguato con le richieste e i desideri dei cittadini e siamo chiamati al confronto da nuove espressioni e da nuovi leader”, è il messaggio alla nazione del presidente cileno.

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