Rotondi (FI-DC): “Alle prossime elezioni ci ritroveremo con i partiti del 1993, risorti e tirati a lucido”

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AgenPress. Oggi Berlusconi riceve Matteo Salvini in Sardegna. Non è una gita di fine estate: Berlusconi e Salvini getteranno le basi non di una generica federazione, ma di un progetto di liste comuni tra Forza Italia e Lega.

Salvini ha sul collo il fiato della Meloni, ne avverte la crescita col naso infallibile del ragazzo cresciuto a pane e politica. Corre ai ripari, acquisisce tutte le ditte minori per contenere l’imprevista concorrente: Forza Italia è solo il pezzo forte di una collezione di sigle più vasta, che comprende già tutti i cespugli del centrodestra, da tempo autonomamente saltati sul carro del presunto vincitore leghista.

L’interesse di Berlusconi è evidente: entra nella partita del Quirinale, intruppato nel primo gruppo parlamentare per consistenza, e diviene – in condominio con Salvini – il player della elezione del nuovo Capo dello Stato.

A ciò si aggiunga un’altra considerazione che il realista Berlusconi avrà fatto: Forza Italia è ai minimi storici, e non vale la pena di contarla alle prossime elezioni politiche.

Le cronache odierne narrano anche di mal di pancia in Forza Italia. Passeranno. Non passerà invece una triste considerazione: ai nastri di partenza delle prossime elezioni non si profilano prodigiose novità, ma i partiti del 1993 risorti e tirati a lucido. Sissignori, i partiti del 1993: prima della discesa in campo di Silvio, la riva destra si divideva tra Lega e Alleanza Nazionale, e quella sinistra tra Pds e cespugli giustizialisti nati dalla falsa rivoluzione di Tangentopoli. Anche oggi troviamo a destra Lega e Fdi e a sinistra Pd e Cinquestelle.

Tutto sembra nuovo e invece un perfido gioco dell’oca porta l’Italia politica indietro di ventisette anni, a un attimo prima che il genio sregolato di un imprenditore visionario scompaginasse i piani dei capi di allora.

Oggi sembra che Berlusconi si arrenda al ritorno al passato, come se la sua rivoluzione non ci fosse stata, e ci restasse – come nel 1993 – solo la scelta di farci leghisti, post missini o partigiani di un’improbabile resistenza delle sinistre.

E’ quanto dichiara l’On. Gianfranco Rotondi, vice capo gruppo di Forza Italia alla Camera e Presidente della Fondazione Dc.

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