AgenPress. L’Italia vanta un pessimo primato sul fronte dell’obsolescenza dei macchinari diagnostici presenti presso le strutture sanitarie pubbliche. A denunciarlo è il Codacons, che ha presentato al riguardo una segnalazione a Corte dei Conti e Autorità Anticorruzione.
“Nelle strutture ospedaliere pubbliche i macchinari diagnostici utilizzati per eseguire le analisi risulterebbero essere troppo vecchi e questo potrebbe, nel tempo, arrivare a comportare un serio problema per gli utenti che si rivolgono alla sanità pubblica – scrive il Codacons nell’esposto – Dall’ultimo rapporto del ministero della Salute risulta che in Italia negli ospedali pubblici e privati convenzionati in media il 36% dei macchinari ha più di 5 anni e il 32% oltre 10. Il progresso tecnologico rende invece oggi disponibili strumenti diagnostici sempre più accurati; l’automazione, il sistema informatico e il consolidamento hanno rivoluzionato il processo strumentale e diagnostico ed hanno consentito di analizzare, meglio e più rapidamente, una grande quantità di biomolecole, offrendo informazioni sempre più precise e complete nell’interesse individuale e collettivo in termini di salute e sicurezza. Erogare prestazioni sanitarie con tecnologia obsoleta e non adeguata è limitante nel risultato clinico: è a volte rischioso per il paziente e per gli stessi operatori sanitari ed è più oneroso in termini di costi di manutenzione con eventuali ritardi e sospensioni nell’utilizzo dei macchinari, che generano tempi di attesa più lunghi con inevitabile utilizzazione delle risorse non appropriata e non proficua”
Per tali motivi l’associazione ha chiesto alla Corte dei Conti e all’Anac di aprire una indagine sullo stato delle strumentazioni diagnostiche presenti nelle strutture sanitarie pubbliche italiane, al fine di accertare il corretto uso dei fondi pubblici nell’interesse della collettività.