AgenPress – Durante la sessione del Consiglio europeo dedicata al Covid, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha ribadito la convinzione dell’opportunità di richiedere il tampone a chi arriva dall’estero, anche se vaccinato. Il tema della decisione italiana (criticata dalla Commissione europea) è stato toccato nell’ambito dei lavori. Ieri sera era intervenuta la vicepresidente della Commissione europea, Vera Jourova.
Bruxelles ha ribadito che l’Italia avrebbe dovuto comunicare la decisione 48 ore prima dell’entrata in vigore.
Draghi, illustrando la decisione, secondo quanto si apprende da fonti italiane, ha espresso gli stessi argomenti utilizzati anche ieri in Parlamento. La decisione di prevedere il tampone per chi arriva in Italia dall’estero, anche se vaccinato, serve a mantenere il “vantaggio” che ha il Paese rispetto ad alcuni vicini, in cui la variante Omicron è più diffusa.
Questo, ha spiegato, “a protezione” del Sistema sanitario nazionale. Draghi è tornato a ricordare le 135.000 persone decedute in Italia a causa del Covid e la caduta, pari al 9%, del Pil.
Il premier ha ricordato i numeri elevati del tasso di vaccinazione in Italia (83-85% per cento di vaccinati, circa 500.000 terze dosi), dove la variante Omicron è per ora meno diffusa. Questa la ragione, ha concluso, alla base della decisione di far fare i test a chi entra in Italia.