Convention Fondazione Guido Carli: Energie coraggiose a confronto

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AgenPress. Servono “Energie coraggiose”, perché solo in questo modo l’Italia supererà la crisi causata, in buona parte, dalla guerra in Ucraina. La Fondazione Guido Carli ha riunito esperti, politici e imprenditori per discutere di temi energetici, per una svolta e un cambio di passo. L’evento, dal titolo “Energie coraggiose, forze che fanno muovere il mondo”,  è stato insignito della medaglia della Presidenza della Repubblica e ha raccolto il plauso del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che in un video ha ribadito che “da questa crisi l’Italia può uscire più forte e più autonoma di prima, ma per farlo deve avere coraggio, visione, guardare oltre, immaginare una strategia di lungo termine”. Nell’introdurre i lavori, Romana Liuzzo, presidente della Fondazione, ha sottolineato come “in questi mesi abbiamo realmente compreso quanto l’energia non sia soltanto una risorsa essenziale, ma un pilastro per la sicurezza nazionale e il benessere della comunità: un passaporto per la salvezza”. Gianni Letta, presidente onorario della Fondazione, ha ricordato, nel suo breve saluto, la “sorprendente attualità delle considerazioni di Guido Carli”.

Poi la parola agli ospiti. Il Ministro degli interni Matteo Piantedosi ha ribadito che “in momenti come questo, di grave crisi energetica, le grandi fratture del passato possono anche essere delle opportunità. Per questo occorre ripartire dalle città, riconsiderando l’elemento territoriale. A proposito di crisi energetica, di transizione ecologica, di innovazione tecnologica, va rimeditato il prossimo futuro per ripartire dai luoghi dove ci sono le reti delle persone”.

Per l’Amministratore Delegato di Eni, Claudio De Scalzi, “l’Italia e l’Europa devono dotarsi di un piano energetico di sicurezza ma bisogna anche essere competitivi. Poi ha ammonito: “non si può escludere il gas dalla tassonomia europea perché nessuno tornerebbe a investire”. Per De Scalzi l’asse delle risorse energetiche sta cambiando. “La Russia si sta spostando verso grandi mercati in crescita come Cina, India, Vietnam e Corea che non hanno risorse energetiche proprie. L’Europa invece è rimasta sola e deve guardare verso l’Africa. Non è mai stata conquistata, casomai è stata sfruttata e in questo momento non ha un compagno. Lì si possono fare investimenti in modo rispettoso e l’Italia ha già cominciato”.

Urbano Cairo, presidente di Rcs, ha chiesto di “ritornare a produrre energia perché abbiamo capito che le nostre risorse sono molto scarse, che l’energia che potevamo avere in maniera ampia dall’estero può venire anche a mancare e che quindi, forse, dobbiamo riprendere il tema delle trivelle, dei rigassificatori, del nucleare, anche ricordando che a poche centinaia di chilometri da noi c’è la Francia che lo usa in maniera importante”.

Un contributo fondamentale alla discussione è stato dato dalla tavola rotonda conclusiva a cui hanno partecipato lo psichiatra Paolo Crepex, Domitilla Benigni, Ceo & Coo Elettronica, Sergio Dompè, presidente Dompè Farmaceutici SpA, Luigi Ferraris, amministratore delegato Ferrovie dello Stato, Stefano Sala, amministratore delegato Publitalia ’80, e Giovanni Malagò, presidente Coni.

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