AgenPress. I nomi dei 37 iraniani in attesa di essere “giustiziati” per aver soltanto manifestato contro il regime dittatoriale della Repubblica islamica.
Ministro Tajani,
Il 12 dicembre mattina, il regime iraniano ha “giustiziato” il secondo manifestante, sotto gli occhi inermi dell’Occidente. Il suo nome era Majid Reza Rahnavard e aveva soltanto 23 anni. E’ stato impiccato nella città di Mashhad, pochi giorni dopo l’uccisione del primo condannato a morte per le proteste in Iran.
L’8 dicembre, infatti, il mondo ha appreso la notizia dell’impiccagione di Mohsen Shekari, anche lui di soli 23 anni, ucciso dopo una detenzione di appena due mesi nel carcere di Evin. Shekari, come Rahnavard, era stato condannato a morte per il reato di “Moharebeh“, ovvero di “guerra contro Dio“, in un processo farsa (in alcuni casi, è stato riportato dalle organizzaioni per i diritti umani, gli imputati hanno persino avuto un coltello puntato alla gola, durante lo svolgimento del processo).
Non possiamo stare ancora fermi a guardare. Al momento, ci sono 37 manifestanti nel braccio della morte. Dall’inizio delle proteste, sono stati uccisi più di 500 persone, fra cui 60 minorenni, e sono state arrestate più di 18 mila cittadini indifesi (di cui, in molti casi, le famiglie non sanno dove siano detenuti e se siano ancora vivi). Inoltre, sono migliaia i feriti gravi.
Il quotidiano inglese, The Guardian, ha ulteriormente riportato che le forze di sicurezza iraniane mirano al viso, agli occhi, al petto e ai genitali delle donne che protestano contro il regime, con l’intento di sfigurarle. Queste donne, come anche tutti i manifestanti scesi in piazza, non possono nemmeno trovare soccorso negli ospedali per paura di essere arrestati.
La Repubblica islamica sta anche colpendo duramente le minoranze etniche dell’Iran. Lo scorso 30 settembre, il regime ha represso violentemente le proteste nella città di Zahedan, in Balochistan, uccidendo più di 90 persone. Nel mese di novembre, invece, le forze di sicurezza hanno ucciso più di 100 manifestanti nella città di Mahabad, a maggioranza curda.
Ministro Tajani, Le chiediamo oggi di compiere un atto coraggioso, per mostrare sostegno al popolo iraniano e ribadire i nostri valori liberali. L’Italia deve pertanto prendere l’importante decisione di interrompere le relazioni diplomatiche con la Repubblica islamica ed espellere l’ambasciatore iraniano a Roma. La nostra ambasciata a Teheran deve quindi essere chiusa. A livello europeo, dobbiamo inoltre chiedere l’inserimento del Corpo delle guardie della rivoluzione islamica (i pasdaran) nell’elenco dei soggetti terroristici.
Ricordiamo, che qualche mese fa, il piccolo Stato della Lituania non ha avuto paura di difendere il diritto di esistere di Taiwan, mettendosi contro la Cina, un gigante economico e militare. Il Paese baltico aveva infatti annunciato la volontà di aprire uffici di rappresentanza taiwanesi a Vilnius. La mossa è stata considerata inaccettabile da parte della Cina. Nonostante le pressioni cinesi, la Lituania non ha però ceduto, e ha chiuso la sua ambasciata a Pechino.
Questo è l’insegnamento che dobbiamo seguire, se non vogliamo essere ostaggi delle dittature. Se l’Occidente non farà niente, sarà complice della Repubblica islamica, responsabile di ignobili e gravi violazioni dei diritti umani e di crimini contro l’umanità. L’Italia può fare la differenza. E’ ora di agire.
Ringraziandola per la Sua cortese attenzione,
Anna Mahjar-Barducci (scrittrice ed esperta di Medio Oriente)
I nomi dei 37 iraniani in attesa di essere “giustiziati” per aver soltanto manifestato contro il regime dittatoriale della Repubblica islamica:
- Mohammad Ghobadlou
- Sahand Nourmohammadzadeh
- Mohammad Borghani
- Parham Parvari
- Akbar Ghaffari
- Mahan Sadrat Madani
- Saman Sayidi
- Mohsen Rezazadeh
- Manochehr Mahmannavaz
- Milad Armoun
- Behrad Hesari
- Mehdi Jahani
- Nastouh Nikkhah
- Mohammad Pasandian
- Abolfazl Mehri Hossein Haji
- Farzaneh Ghareh Hasanlou
- Hamid Ghareh Hasanlou
- Saeed Shirazi
- Reza Arya
- Mohammed Mehdi Karami
- Ali Moazzami Goudarzi
- Behrad Alikenar
- Reza Shaker Zavardehi
- Javad Zargarian
- Mohammed Amin Akhlaghi
- Seyed Mohammed Hosseini
- Shayan Charani
- Mehdi Mohammadi
- Aryan Farzamnia
- Amir Mohammad Jafari
- Amin Mehdi Shokrolahi
- Toumaj Salehi
- Saleh Mirhashemi
- Amir Nasr Azadani
- Ali Rakhshani
- Mohammad Rakhshani
- Tohid Darvishi
Majid Reza Rahnavard, impiccato il 12 dicembre
Mohsen Shekari, impiccato l’8 dicembre