AgenPress – Per un’opera pubblica ora ci vogliono 17 anni, dovranno diventare quattro o cinque. E con coraggio si dovrà usare il machete con le catene che bloccano lo sviluppo dell’Italia. Intervistato dal Messaggero, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, sottolinea la necessità di intervenire in profondità sulla burocrazia. E a chi critica la manovra risponde che non è stato sprecato un solo euro e che si è lavorato per la crescita. Sulla richiesta di Kiev di sistemi antiaerei, spiega che non è ancora cominciata la costruzione del sesto decreto Ucraina, ma ‘se sarà possibile, certamente li aiuteremo a difendersi’.
“A quelli che sostengono che abbiamo elargito mance, rispondo che non abbiamo sprecato un solo euro. Noi abbiamo lavorato per la crescita”.
Che ha avuto, oltre al problema dei tempi stretti, anche “quello di una classe dirigente nei ministeri e in ogni settore della macchina burocratica che va cambiata in profondità – spiega il ministro -. Non si può pensare di fare politiche nuove e diverse, se nei posti chiave tieni funzionari che hanno mentalità vecchie o servono ideologie di cui noi rappresentiamo l’alternativa. Il termine scade a fine gennaio. Di certo non è facile sostituire le burocrazie esistenti. Bisogna tagliare con il machete alcune catene che bloccano lo sviluppo dell’Italia: ora ci vogliono 17 anni per realizzare un’opera pubblica, dovranno diventare 4 o 5 al massimo”. Secondo Crosetto, il machete va usato “contro chi si è contraddistinto per la capacità di dire no e di perdere tempo. Se non mandiamo via queste persone, facciamo un danno al Paese”.