AgenPress – L’inviato cinese Li Hui avrebbe cercato di convincere gli europei ad una tregua in Ucraina con il riconoscimento che i territori occupati da Mosca sono ormai russi. Lo scrive il Wall street Journal, citando fonti occidentali al corrente del contenuto dei colloqui di Li nelle capitali europee. “L’ambasciatore cinese incaricato di premere per il piano cinese per l’Ucraina ha portato un chiaro messaggio: gli alleati degli Stati Uniti in Europa devono asserire la loro autonomia e chiedere un’immediato cessate il fuoco, lasciando la Russia in possesso delle parti di territorio del suo piccolo vicino che ora occupa”, riferiscono le fonti citate dal Wsj.
“Gli alleati degli Stati Uniti in Europa devono chiedere un cessate il fuoco immediato, lasciando alla Russia quei territori che attualmente occupa”. La Cina, quindi, spinge affinché l’Occidente riconosca al Cremlino il controllo delle aree occupate dall’esercito russo a partire dal febbraio 2022: Lugansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia.
Li Hui avrebbe pure suggerito ai Paesi europei di considerare Pechino quale unica, vera alternativa economica agli Stati Uniti. Secondo alcuni funzionari, citati dal Wall Street Journal, l’invito sarebbe quello di premere per una risoluzione del conflitto. La posizione cinese è piaciuta, e non poco, a Lavrov. Il quale ha espresso «gratitudine alla parte cinese per la sua posizione equilibrata riguardo alla crisi in Ucraina». Durante il faccia a faccia, ha fatto sapere il Ministero degli Esteri russo attraverso un comunicato, Lavrov avrebbe si sarebbe anche lamentato dei “seri ostacoli creati dalla parte ucraina e dai suoi gestori occidentali per una ripresa dei negoziati di pace”.
L’Ucraina ha replicato affermando che il suo governo non si accomoderà ad alcun tavolo fintantoché le truppe russe non avranno lasciato il Paese. Così, su Twitter, Mykhailo Podolyak, il consigliere del presidente Volodymyr Zelensky: “Qualsiasi “scenario di compromesso” che preveda la non liberazione di tutti i territori dell’Ucraina, di cui periodicamente parlano “fonti anonime” nelle élite europee e americane, equivale ad ammettere la sconfitta della democrazia, la vittoria della Russia, la conservazione del regime di Putin e di conseguenza il forte aumento dei conflitti nella politica globale. Tutto questo è il caro sogno della Russia. La domanda è retorica: perché i singoli attori pubblici continuano a interpretare lo “scenario mediatico russo” e a prolungare il conflitto?”.