AgenPress – La procura di Perugia sta indagando su una centrale di dossieraggi illeciti e ricatti nei confronti di politici, esponenti delle istituzioni, manager e vip all’interno della Direzione nazionale antimafia.
Nel mirino c’è un ufficiale della Gdf, per lungo tempo a servizio della Direzione nazionale antimafia, finito sotto inchiesta per “accesso abusivo a sistemi informatici”. L’ipotesi dei pm è che venivano scaricati, senza autorizzazione, i dati di operazioni e conti correnti di centinaia di personaggi noti. Gli approfondimenti giudiziari, seguiti personalmente dal procuratore capo dell’ufficio giudiziario umbro Raffaele Cantone, sono partiti dopo una segnalazione del ministro della Difesa Guido Crosetto.
L’ipotesi della procura, che sarebbe sorretta da “evidenze inequivocabili”, è che il maresciallo abbia interrogato il sistema informatico interno per scaricare atti riservati senza autorizzazione. Nel mirino le transazioni anomale che le banche e gli operatori finanziari hanno l’obbligo di comunicare all’Unità di Informazione Finanziaria (Uif) di via Nazionale. Che vengono trasmesse per legge alla Dna e al Nucleo Valutario della Gdf.
Il militare viene prima perquisito e poi ascoltato come testimone. Nega le irregolarità. Ma ammette che di solito le interrogazioni venivano effettuate dal suo computer in ufficio. E la pubblica ministera scopre anche che sulla stampa sono finite soltanto alcune delle centinaia di richieste al database. Il tutto risulta dai log digitali dell’ufficio dell’Antimafia. Il finanziere ha provato a scaricare sulle modalità organizzative dell’ufficio. la cui sezione all’epoca era guidata da un magistrato esperto: l’ex procuratore di Bari, Antonio Laudati. Non convincendo però gli inquirenti. Il nuovo capo della Dna, Giovanni Melillo, cambia nel frattempo le procedure. E mette a guida (e a guardia) di quel dipartimento tre sostituti. A quel punto il fascicolo d’indagine finisce a Perugia.
Come riporta Il Corriere della Sera e La Repubblica, gli approfondimenti giudiziari della Procura di Perugia riguardano una notevole mole di accessi abusivi effettuati dall’ufficiale della Guardia di finanza alla banca dati delle Sos, le segnalazioni di operazioni “sospette” che partono dalle banche e finiscono agli inquirenti.
Dai primi accertamenti, secondo quanto riportato dai due quotidiani, è emerso che la sua attività non era motivata e supportata da richieste della magistratura. Non è escluso il coinvolgimento di altre persone che potrebbero aver avuto accesso ai dati delle Sos.
La pubblicazione, nel corso del 2020, su diversi quotidiani di Sos che riguardavano personaggi di primo livello, come Matteo Renzi, Giuseppe Conte e Rocco Casalino, hanno destato i primi sospetti. Poi, nell’autunno scorso, il quotidiano Domani ha pubblicato un articolo sui guadagni percepiti tra il 2018 e il 2021 dal ministro Crosetto, il quale ha presentato un esposto per la divulgazione di dati che lo riguardavano. Per competenza il fascicolo, per il possibile coinvolgimento di magistrati in servizio a Roma, è stato trasmesso a Perugia.
“E’ emersa l’esistenza di un tentativo di condizionare la composizione del nuovo governo attraverso l’acquisizione illecita e la diffusione strumentale di notizie false per attaccarmi. Un sistema di dossieraggio illegittimo”, ha commentato Crosetto. “Attendo fiducioso gli accertamenti della magistratura su questatorbida vicenda”, ha aggiunto. Ad oggi gli accertamenti dei magistrati del capoluogo umbro sono tutt’ora in corso nel massimo riserbo.