Il numero dei poveri in Italia negli ultimi dieci anni è triplicato

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AgenPress. Sono 5,6 milioni le persone che in Italia vivono sotto la soglia di povertà. Un numero che, Antonio Russo, portavoce di Alleanza contro la povertà, racconta è cresciuto costantemente nel corso degli ultimi anni, soprattutto a causa delle conseguenze economiche legate alla pandemia.

“In Italia – spiega Russo – dieci anni fa, erano due milioni e 135.000 i poveri assoluti. Oggi siamo di fronte a una popolazione che ne conta quasi il triplo”.

L’indigenza è stata aggravata dall’aumento dei prezzi e dell’inflazione, arrivata quasi al 6% in Italia. Una tassa che, per il portavoce di Alleanza contro la povertà, “è praticamente una tassa piatta su chi non ce la fa. Quando aumenta l’inflazione, gli economisti insegnano, i beni di consumo sono quelli più colpiti ma sono anche quelli dei quali non si può fare a meno”.

A destare preoccupazione sono soprattutto le famiglie in povertà relativa che, come spiega il portavoce di Alleanza contro la povertà, “sono quelle famiglie che fino a qualche tempo fa conducevano una vita assolutamente normale e che prima del Covid avevano una situazione reddituale nella norma e un lavoro dignitoso che, spesso a causa della pandemia, hanno perso e mai più ritrovato”.

Sempre più spesso però si parla di famiglie in povertà relativa anche riferendosi a quei nuclei “che un reddito ce l’hanno, ma che si trovano in difficoltà perché composti da più di tre persone- spiega ancora Russo- il che è un altro dato che vale la pena sottolineare, infatti, purtroppo, la linea di confine tra povertà relativa e assoluta si fa sempre più sottile, delineando un futuro molto difficile per la popolazione.”

Secondo Alleanza contro la povertà, per riuscire a combattere concretamente il fenomeno servono misure modellate sui bisogni del cittadino, “partendo dal reintrodurre il principio dell’universalismo selettivo, ovvero una misura di contrasto alla povertà -continua Russo – che sia destinata a tutte le persone e le famiglie in difficoltà, a prescindere dall’età”.

Le proposte di Alleanza, nate dopo un’attenta analisi della nuova legge 85/2023 hanno portato alla nascita di un documento programmatico, che verrà presentato in Senato il prossimo 24 settembre, “perché l’attuale legge ragiona per categorie – spiega Russo- e i poveri purtroppo non possono essere trattati per categorie differenti, chi è in condizioni di difficoltà lo è e basta”.

Tra le 8 proposte contenute nel testo, spiccano la richiesta di reintrodurre a 9.360 euro annui la soglia reddituale di accesso differenziato per coloro che sono in locazione e  la domanda di far allentare il vincolo di residenza per gli stranieri dai 5 anni previsti dalla legge ai 2 di residenza effettiva, affinché possano accadere ai sussidi.

“Secondo noi si dovrebbe migliorare anche la cumulabilità reddito – lavoro per non disincentivare le persone a cercare un impiego – conclude Russo- siamo poi molto preoccupati per il ruolo che i comuni ricopriranno una volta concluso il reddito di cittadinanza, perché da soli non possono affrontare una crisi così profonda e radicata”.

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