AgenPress. Ancora in azione i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Rimini a tutela dell’imprenditoria onesta presente nella provincia romagnola. La necessità di salvaguardare il consumatore finale dall’acquisto di merce contraffatta nella convinzione che i prodotti siano sicuri e certificati e nel contempo l’esigenza di tutelare il tessuto produttivo italiano, particolarmente colpito dai fenomeni illeciti che ledono la proprietà intellettuale, ha indotto il Comando Regionale Emilia Romagna ad avviare delle attività di analisi ed elaborazione di percorsi ispettivi finalizzati a disarticolare le cosiddette “filiere del falso”.
In tale contesto, nei giorni scorsi, sulla base delle direttive operative del Comando Provinciale, nell’ambito della consueta attività di controllo economico del territorio e di contrasto ai traffici illeciti, il Gruppo di Rimini ha sequestrato circa 8 mila prodotti, in ipotesi investigativa ritenuti contraffatti, riproducenti indebitamente loghi e segni distintivi nella titolarità di un notissimo marchio sportivo.
I Finanzieri, infatti, hanno sottoposto a controllo 2 aziende della Provincia di Rimini operanti nel settore della produzione e commercializzazione di capi d’abbigliamento ed accessori e, grazie all’incrocio delle informazioni acquisite sul campo, ricostruendo la filiera, è stata poi individuata ed ispezionata anche la sede produttiva dove sono state trovati fogli di sublimazione con impressi i loghi contraffatti da riprodurre sui capi di abbigliamento nonché i cataloghi con cui si promuovevano tali articoli.
Al termine dell’intervento, sono stati complessivamente sottoposti a sequestro capi di abbigliamento, calzature, accessori, fogli di sublimazione e cataloghi, tutti riproducenti indebitamente loghi e segni distintivi di titolarità del noto marchio sportivo. Le due aziende sono risultate essere legalmente rappresentate dalla stessa persona deferita all’Autorità Giudiziaria davanti alla quale dovrà rispondere, ferma restando la presunzione di innocenza e nel rispetto dei diritti delle persone indagate penalmente fino alla definizione del relativo procedimento, dei reati di cui agli artt. 474 (contraffazione) e 648 (ricettazione) del codice penale.