AgenPress. Poco più di un anno fa, esattamente la notte dell’ultimo dell’anno 2022, tornava alla Casa del Padre Papa Benedetto XVI il cui pontificato, sia pur breve in ordine di tempo, è risultato intenso e persino rivoluzionario col gesto forte della rinuncia. Non entro nella stucchevole polemica sulla relativa validità della stessa, in quanto un cattolico deve obbedire al Papa regnante perinde ac cadaver, (sino alla morte) come diceva Ignazio di Loyola in quanto Vicario di Cristo, salvo che non deragli volutamente e capricciosamente dalla retta dottrina cadendo in eresia o peggio apostasia.
In quanto a Papa Ratzinger in tempi di confusione etica e culturale, ne rimpiangiamo la chiarezza dottrinale e il rispetto di Tradizione e Magistero e quel suo voler rivestire anche nella forma i paramenti antichi non era vanità o museo, ma rispetto anche esteriore del depositum fidei.
Ne ricordiamo il rigore contro la deriva del relativismo, il rispetto dei principi non negoziabili, i fermi richiami alla politica per il rispetto della vita e soprattutto il suo attaccamento fedele alla dottrina sociale quando ha invitato al rispetto dei deboli contro lo strapotere di una finanza arrogante dominata dai poteri forti. E’ stato davvero il Papa della misericordia perdonando i lefebvriani, anima teologica del pontificato di San Giovanni Paolo II e corretto interprete del Concilio Vaticano II che non ha mai avversato, ma ha solo richiamato ad una corretta interpretazione nella ermeneutica della continuità.
Oggi la Barca di Pietro sembra scossa da venti contrari, spesso commentiamo documenti che si prestano effettivamente a dubbia interpretazione, tuttavia contrapporre a fini strumentali i pontificati di Ratzinger e Bergoglio è un errore.
Tutto sommato vi è continuità e non è corretto e tanto meno cattolico contrapporre un papa ad un altro. Ogni pontefice eletto da uomini su impulso dello Spirito Santo, ha il suo stile. Resta certo che la grandezza di Ratzinger in un momento tanto complicato ci manca.
È stato un Papa non mediatico, umile e forse dominato e sottomesso dalla Curia per la sua debolezza di uomo di studi e grande teologo. Poco benvoluto dai media e dal pensiero unico, la cui grandezza sarà compresa col tempo”.
E’ quanto dichiara, un una nota, il Presidente di Unione Cristiana Sen. Domenico Scilipoti Isgrò.