Clan Casamonica. Cassazione ribadisce l’associazione mafiosa. Processo d’ Appello per la rideterminazione della pena

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AgenPress –  La Cassazione ha ribadito l’associazione mafiosa per il clan Casamonica nell’ambito del maxiprocesso al gruppo criminale romano che vede imputate una trentina di persone, tra cui anche i vertici. La Suprema Corte ha accolto il ricorso del pg riconoscendo nei confronti di alcuni capi anche l’aggravante dell’associazione armata. Per loro è stato, quindi, disposto un nuovo processo di appello per la rideterminazione della pena.

La Cassazione accogliendo il ricorso della Procura Generale, conferma l’accusa di 416bis nel maxiprocesso che coinvolge l’associazione a delinquere nata a Roma e operante nel territorio laziale.

Nel corso del primo processo di appello le condanne più alte furono inflitte ai vertici dell’organizzazione e, in particolare, a Domenico (30 anni), Massimiliano (28 anni e 10 mesi), Pasquale (24 anni), Salvatore (26 anni e 2 mesi), Ottavio (17 anni), Giuseppe (16 anni e 2 mesi), Guerrino (16 anni e 2), Liliana (15 anni e 8 mesi) e Luciano Casamonica (13 anni e 9 mesi). Nel corso della requisitoria i rappresentanti dell’accusa avevano affermato che “l’indagine della procura di Roma ha posto fine allo strapotere dei Casamonica. Un clan da anni a braccetto con Banda della Magliana e poteri forti della capitale con una forza di intimidazione impressionante”.

Confermate inoltre le statuizioni di colpevolezza per i reati fine dell’associazione finalizzata allo spaccio e di quella di stampo mafioso, questi ultimi costituiti da  usure, estorsioni, esercizio abusivo del credito, detenzione di armi e trasferimento fraudolento di valori.

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