Covid. Conte attacca Meloni, faccia di bronzo su pandemia. Ma il tempo è galantuomo

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AgenPress – “Ritornare con la mente al dramma del 2020 non è mai semplice, ma quello che sta accadendo oggi lo impone.
Ci siamo ritrovati completamente esposti a un virus sconosciuto, con una sanità al collasso, con posti insufficienti in terapia intensiva, con carenze di personale. Il primo Paese in Europa ad affrontare il Covid, nessuna ricetta e misura da “copiare”.”
E’ quanto scrive che il leader dei 5 stelle, Giuseppe Conte, in un lungo post pubblicato su Facebook dedicato alla pandemia.
“Allora abbiamo provato a costruire un’articolata strategia, sforzandoci di proteggere tutti e di non lasciare indietro nessuno, grazie anche agli sforzi e ai sacrifici di tantissimi italiani.
Nel frattempo altri erano impegnati a fare propaganda politica.
Personalmente ho subito attacchi di ogni tipo da Fratelli d’Italia e dalla Lega, con accuse infamanti: “dittatura sanitaria”, “golpe giuridico”, “atteggiamento criminale”. Meloni lanciava allarmi sulla “deriva autoritaria”, mi accusava di voler essere “il Re Sole”, diceva “via i Dpcm” e ancora a fine dicembre scorso dettava la linea: “basta lockdown, quella storia è finita”.
Ora però scopriamo dai giornali che la bozza del piano pandemico che il Governo Meloni ha presentato alla Conferenza Stato-Regioni prevede, in caso di pandemia, anche il possibile ricorso a lockdown; vari limiti agli spostamenti; la chiusura di attività e scuole; il ricorso alle mascherine. Il piano del Governo Meloni chiarisce che “i vaccini rappresentano le misure preventive più efficaci” e, addirittura, si individuano i Dpcm del Presidente del Consiglio come lo strumento più efficace per gestire una pandemia.
È proprio vero. Il tempo è galantuomo. Ieri Meloni gettava benzina sul fuoco di un dramma sociale, incurante delle numerose difficoltà che ogni giorno eravamo costretti ad affrontare. Oggi, invece, quella strategia che tanto la faceva indignare e diventare paonazza nei suoi interventi in Parlamento è diventata il “suo” modello. Così, alla chetichella. Senza neppure chiedere scusa. Senza neppure un ringraziamento. Attenzione, non al sottoscritto. Ai cittadini che ha illuso e a quelli che in quei giorni hanno fatto enormi sacrifici.
Questa è la politica che oggi va di moda. Una politica arrogante, muscolare, con un Presidente del Consiglio che dice tutto e il contrario di tutto. Senza nessuna vergogna.
Che si dice sempre pronta a metterci la faccia. Anche quando è una faccia di bronzo.
Pare di sentirla, Meloni e i suoi sodali: “Ma sì, tanto che importa. E’ già passato qualche anno. I cittadini hanno la memoria corta”.
In un surreale cortocircuito, la stessa maggioranza Meloni che copia gli strumenti usati dal mio Governo in pandemia mette in piedi una Commissione d’inchiesta sul Covid da utilizzare come un plotone di esecuzione contro di me e il Governo Conte II. Pensano di metterci in difficoltà. Illusi. Accomodatevi pure. Personalmente sono già andato nelle sedi competenti, i tribunali, uscendone a testa alta. Continueremo a batterci per accertare le responsabilità per le carenze di strutture e di gestione del nostro sistema sanitario. Sono il primo a voler sapere perché, dopo Governi che hanno tagliato sulla Sanità per anni, io mi sia trovato nel 2020 con una sanità in ginocchio di fronte a quel virus. Di questo però non si vuole parlare. Meloni e soci hanno una tale paura che hanno vergognosamente tenuto fuori dal perimetro di indagine della Commissione anche la gestione da parte delle Regioni, che sono per buona parte di centro-destra. Lo sappiamo: loro odiano sia i tribunali, sia la trasparenza.
Urlavano nel 2020 e oggi continuano a tagliare gli investimenti in Sanità rispetto al Pil. Ci batteremo fino alla fine per denunciare la viltà dei “finti patrioti”.”
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