Autonomia. Senato approva ddl, passa alla Camera. Il Pd sventola il tricolore e intona l’Inno di Mameli

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AgenPress –  Il Senato approva in prima lettura il ddl Calderoli sull’Autonomia differenziata con 110 voti favorevoli, 64 contrari e 30 astenuti. Il provvedimento passa all’esame della Camera.

“Con l’approvazione dell’autonomia oggi in Senato si è compiuto un ulteriore passo avanti verso un risultato storico, importantissimo e atteso da troppo tempo. Avevo previsto che oggi sarebbe stata una bella giornata, e così è stato. Questa è una risposta che dovevo a quelle 14 regioni su 15 a statuto ordinario che ce l’avevano chiesto”, ha detto il ministro Calderoli.

Prima del voto finale sull’autonomia dai banchi dell’opposizione diversi senatori hanno cominciato a cantare l’Inno di Mameli. A iniziare a cantare l’inno in Aula sarebbero stati i senatori del Pd, ai quali si sarebbero aggiunti duelli di Fratelli d’Italia.

“Un gran risultato”, dice il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini. “Grazie al governo e grazie anche al patto di maggioranza, di cui noi andiamo assolutamente fieri perché più poteri al premier significa dall’altra parte controbilanciare con più autonomia sul territorio. Viva la Lega, noi voteremo ovviamente a favore”, commenta il capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo.

In Aula il Pd hanno sventolato fogli con su stampato il tricolore. “Capisco la diretta televisiva ma chiedo d togliere i cartelli”, dice il presidente di turno Gian Marco Centinaio della Lega invitando all’ordine” “Dalla bandiera rossa al tricolore è già un bel passo avanti” ha commentato il senatore FdI Andrea De Priamo prendendo la parola.

“Il ddl Calderoli presenta contraddizioni molto serie oltre che scelte dannose. Il ddl è stato collegato alla legge di bilancio. E perché il collegamento? Non è arrivata una risposta né dal governo né dalla presidenza del Senato. Per attuare i Lep in tutto il Paese occorrono nuove risorse e il governo non ha alcuna intenzione di reperirle”, ha detto il senatore del Pd Andrea Giorgis in Aula.

“Vi abbiamo fatto una proposta semplice: correggiamo insieme il titolo V. E invece avete deciso di procedere con il ddl in esame”.

 

 

 

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