Roberto Salis. Contro mia figlia una campagna per screditarla. Non la riconosco nel video. Ha retto alle torture

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AgenPress –  “Sta crescendo un’onda per cercare di screditare le azioni di mia figlia”. Roberto Salis, padre di Ilaria, detenuta in Ungheria con l’accusa di aver partecipato all’aggressione a due estremisti di destra, parla così al podcast ‘Metropolis’ di Repubblica. “Stanno girando foto di un reato commesso in Ungheria per cui mia figlia non è accusata” ha aggiunto, sottolineando che adesso “la cosa più importante di tutte è individuare quello che è il piano per arrivare ai domiciliari in Italia e per levarla da una situazione insostenibile per poi fare il processo in condizioni umane”.

“Se tutto quello che ha passato non ha portato a nessuna confessione è lecito pensare che Ilaria non abbia nulla da confessare”.

Salis si trova ora in Ungheria dove oggi ha incontrato l’ambasciatore e dove domani, ha spiegato, vedrà Ilaria. Salis ha parlato delle “torture” che la trentanovenne ha subito, lasciata in carcere ad esempio senza assorbenti con le mestruazioni e ha spiegato che è stata tenuta giorni senza vedere il legale, “le hanno detto che la portavano dall’avvocato e si è trovata con dei poliziotti che hanno cercato di interrogarla in inglese per cercare di farla confessare. Ma lei ha tenuto duro”. E se non ha confessato “dopo tutto quello che ha passato è lecito pensare che non c’è nulla da confessare”.

“Se mia figlia faceva parte di quel commando, è giusto che sia punita. Ma vedendo quelle immagini, sapendo qual è la partecipante a quell’attacco che viene indicata come essere mia figlia, quando vedo quella persona lì che corre in quel modo, io sicuramente non riconosco mia figlia, perché mia figlia non corre così”.

“In quei giorni lì – ha aggiunto Roberto Salis – sono accaduti fatti analoghi a parti invertite. Ci sono stati degli assalti di nazisti che hanno colpito degli antifascisti. I nazisti sono stati colti sul fatto, mentre mia figlia è stata arrestata il giorno dopo i fatti che le sono stati attribuiti. E i nazisti sono stati rilasciati due giorni dopo essere stati arrestati”.

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