AgenPress. Il suono metallico delle porte del carcere di Potenza che si chiudono dietro le spalle del marito, sancisce la fine dell’incubo per una giovane donna e le sue figlie.
Squilla il telefono della Centrale Operativa dei Carabinieri di Potenza: una voce femminile spaventata e tremante ma anche tanto, troppo, giovane che con poche semplici parole chiede aiuto perché suo padre, ancora una volta, ha picchiato la madre e l’ha minacciata di morte davanti ai suoi occhi e a quelli della sorellina.
Dall’altra parte del filo, un militare dell’Arma con troppa esperienza per non comprendere che dietro quelle parole poteva esserci molto di più.
Le sirene dei Carabinieri scuotono la quiete delle strade del capoluogo potentino fino a giungere in prossimità dell’abitazione della giovane donna. All’interno solo lei e le figlie, nessuna traccia del marito, uno straniero regolarmente residente in Italia che si era dato alla fuga. Le donne venivano immediatamente portate presso la Stazione Carabinieri di Potenza dove, una volta al sicuro, sono state affidate alle cure del 118 e degli assistenti sociali del Comune di Potenza. Le ricerche andavano avanti per tutta la notte concludendosi solo all’alba del giorno successivo quando i Carabinieri della Sezione Radiomobile lo rintracciavano alle porte del capoluogo e procedevano al suo arresto conducendolo presso la Casa Circondariale di Potenza per i maltrattamenti e le violenze perpetrate a danno della moglie. Condotte che, come emerso nelle ore successive dalle parole della donna, non si sarebbero limitate ad un solo momento di ordinaria follia consumatosi quella sera alla presenza delle loro figliolette ma sarebbero state solo l’ennesimo episodio di maltrattamenti e vessazioni, che già da tempo si alternava nel silenzio delle mura domestiche.
L’udienza tenutasi dinanzi al GIP di Potenza convalidava l’arresto operato dai Carabinieri e disponeva la custodia cautelare in carcere per il cittadino straniero che ora è a disposizione della competente Autorità Giudiziaria chiamata a giudicare sui fatti per i quali, sino a sentenza definitiva di condanna, vige la presunzione di innocenza per l’indagato.
Un atto di coraggio da parte della giovane ragazza che ha scelto di vincere le sue paure e chiamare il 112 permettendo così il tempestivo intervento dei Carabinieri di Potenza che ha interrotto una spregevole routine e, forse, evitato conseguenze ancora più tragiche come ormai tristemente ci hanno abituato le cronache nazionali.
I Carabinieri del Comando Provinciale di Potenza si raccomandano di ricorrere ai presidi dell’Arma sul territorio o al NUE 112 senza alcuna remora e sin dai primi segnali di pericolo o timore perché se da una parte c’è qualcuno che chiede aiuto, dall’altra, ricordano, ci sarà sempre un Carabiniere che risponderà: “Possiamo Aiutarvi”.