AgenPress. “L’Italia è per una pace giusta, non è assolutamente per una resa, né per chissà quale concessione. Dobbiamo partire da un presupposto: difronte ad una aggressione del più forte sul più debole non si può capitolare e darla vinta. Perché questo creerebbe un precedente pericolosissimo”, così Giorgio Silli, sottosegretario agli Esteri, durante la trasmissione Base Luca Chiama Terra.
Secondo quanto riportato dal Washington Post, Donald Trump in caso di rielezione alla Casa Bianca, avrebbe già pronto un piano segreto per porre fine al conflitto tra Russia e Ucraina, il cui punto di partenza sarebbe la cessione della Crimea e del Donbass a Vladimir Putin. “Per noi conta il diritto internazionale – ha aggiunto Silli nel corso dell’intervista con Lorenzo Capezzuoli Ranchi e Aurora Vena. “Per noi conta l’essere parte dell’Europa e degli accordi internazionali che non abbiamo mai tradito e abbiamo sempre rispettato. Noi aiuteremo l’Ucraina fino a quando ci sarà bisogno di aiutare l’Ucraina. Dopodiché siamo amici degli Usa da sempre, al di là chi governa. Trump è in campagna elettorale e in campagna elettorale si dicono tante cose, ma poi bisogna scontrarsi con la realtà di tutti i giorni”.
Per rispondere all’appello di Zelensky sull’invio di armi, il sottosegretario ha spiegato che “l’Europa quando si parla di difesa e di pace è una cosa formidabile. Su alcuni temi però è un po’ farraginosa. Per quanto concerne l’Ucraina ha dato prova di grandissima velocità e di grandissima compattezza. Ha fatto più Putin nell’integrazione europea che decenni di storia precedente. Dopo l’aggressione dell’Ucraina in 24-36 ore eravamo tutti d’accordissimo in Europa su cosa fare. Zelensky, in quanto presidente di un Paese aggredito che si sta difendendo da una grande potenza, fa quello che deve fare. Vuole bene al proprio Paese e chiede aiuti a gran voce ma nessuno in Europa in questi mesi si è mai sottratto”.
“Capisco che l’opinione pubblica è stanca e impaurita. Noi lavoriamo alacremente affinché non ci sia un’escalation. Dubito ci possa essere un allargamento in tempi rapidi, noi lavoriamo tutti i giorni per scongiurare questa ipotesi. Però l’Ucraina deve essere in grado di continuare a difendersi finché non arriveremo a una pace che sia giusta. E pace giusta non significa la resa di chi è stato aggredito”, ha concluso Silli.