Gli allenatori italiani sono i migliori, ma sono i giocatori a fare la differenza
AgenPress. Giancarlo De Sisti, ex giocatore di Roma e Fiorentina, è intervenuto nel corso della trasmissione “Tutto il calcio minuto per minuto” condotta dal direttore Ezio Luzzi sulla sua emittente Elleradio. Sulla Nazionale che si accinge a cominciare gli Europei in Germania (esordio sabato 14 giugno contro l’Albania), “Picchio” si è così espresso:
“Non ho visto le altre favorite brillare nelle rispettive amichevoli, forse ci temono. Frattesi è uno che va al sodo, ma Barella è fondamentale nell’allestimento del gioco. Un pizzico di speranza e fiducia io la nutro. Abbiamo quella vecchia indole ‘catenacciara’ e un grande cuore e ci sarà gente con poca esperienza, ma molta voglia di farsi vedere. È una Nazionale nuova, con un allenatore che ha esperienza ma è nuovo e non è un selezionatore. Se diciamo che non c’è un numero molto alto di grandi giocatori che facciamo, rifacciamo le convocazioni?
Sento qualcuno che ci taglia già fuori dai giochi, forse perché non abbiamo Bellingham…Noi siamo forti perché è difficile superarci, siamo più attenti nelle marcature. Non c’è solo la fase offensiva, ma anche una fase di non possesso he noi sappiamo fare molto bene. Chiesa è stato uno dei più forti dell’ultimo europeo, Barella è tra i migliori centrocampisti in circolazione, i romanisti dominano nei loro ruoli, Scamacca sembra pronto a fare il salto definitivo, è un elemento incuriosisce per le pregevolezze riesce a fare e per quanto butta la palla dentro. Alcuni sono un po’ giovani, come Buongiorno e Calafiori, ma ce ne sono molti anche in Germania, Inghilterra e Spagna e sono tutti fenomeni. Nei nostri settori giovanili ci sono troppi stranieri”.
Sul calcio italiano e gli allenatori di adesso, De Sisti ha aggiunto:
“Vedo tanti allenatori che si mettono al bordo dell’area tecnica e cercano di comunicare con il campo. Ci fate caso che non li guarda nessuno? Secondo me fa parte del personaggio, molti di loro fanno proprio gli attori…però la scuola italiana è quella che ancora tratta e approfondisce tutti gli aspetti più degli altri. Abbiamo uno dei campionati più logoranti che ci siano, perché siamo dispendiosi nel modo di giocare che vogliono gli allenatori. Con i ritmi di oggi, molti giocatori di una volta sarebbero dovuti andare ai mercati generali piuttosto che giocare a pallone. Sono i giocatori che fanno la differenza, gli allenatori ma se riescono a fare gruppo sono già a tre quarti di strada. È un mondo di professionisti, non dobbiamo scandalizzarci dei soldi. Una volta in Champions League ci andavano solo le prime…”