AgenPress – L’assessore alla Mobilità del Comune di Venezia, Renato Boraso, sarebbe stato arrestato nell’ambito dell’indagine su reati amministrativisvolta dalla guardia di finanza. L’abitazione di Boraso sarebbe stata inoltre sottoposta a perquisizione. Nell’inchiesta sarebbero coinvolte 18 persone, a vario titolo, e le misure cautelari eseguite sarebbero una decina. Oltre a Boraso, in carcere è finito un imprenditore edile, Fabrizio Ormenese. Indagati anche il sindaco Luigi Brugnaro, il capo di Gabinetto del sindaco e direttore generale del Comune, Morris Ceron, il vicecapo di Gabinetto, Derek Donadini. La vicenda che coinvolge Brugnaro riguarderebbe le trattative di vendita all’imprenditore Chiat Kwong Ching, di Singapore, dell’area dei “Pili” che si affaccia sulla laguna di Venezia. Gli accertamenti riguardano il blind trust che gestisce il patrimonio di Brugnaro.
Boraso, 56 anni, risiede nel quartiere veneziano di Favaro Veneto. Laureato in Economia Aziendale a Ca’ Foscari, dal 1993 ha svolto attività di consulente aziendale. Dal 1997 è sempre stato eletto consigliere comunale; nel 2005 è stato consigliere anziano e dal 2005 al 2010 Presidente del Consiglio Comunale. Alle elezioni comunali del 2015 si è presentato con una propria lista civica in appoggio al candidato del centrodestra Luigi Brugnaro, nella cui Giunta è poi entrato come assessore a Mobilità, Infrastrutture stradali, Viabilità, Piano del traffico, Rapporti con le Municipalità e Rapporti con il mondo dell’agricoltura. Alle elezioni 2020 si è presentato ed è stato eletto nella lista civica di Brugnaro, ed è stato confermato in Giunta.
“Sono esterrefatto! In cuor mio ed in coscienza, so di aver sempre svolto e di continuare a svolgere l’incarico di sindaco come un servizio alla comunità, gratuitamente, anteponendo sempre gli interessi pubblici”, ha detto Brugnaro. “A seguito – spiega – della ricezione di un avviso di garanzia”. E nel merito dell’indagine aggiunge: “L’ipotesi che io abbia potuto agire sui Pili per portare vantaggi in termini di edificabilità e/o varianti urbanistiche è totalmente infondata. Com’è noto, ed ho spiegato pubblicamente, quella è un’area già edificabile da prima della mia amministrazione”.
Brugnaro sottolinea di non aver “mai ho pensato, né messo in atto, alcuna azione amministrativa per un cambiamento delle cubature”. “Stessa cosa – conclude – riguardo la vendita di Palazzo Papadopoli (altra operazione nell’indagine della Gdf, ndr) che mi risulta alienato secondo una procedura trasparente dal punto di vista amministrativo. Ovviamente, sono e resto a disposizione della magistratura per chiarire tutte queste questioni”.