AgenPress. Almeno 129 persone sono morte, 24 delle quali colpite da proiettili, durante un tentativo di fuga – le cui circostanze rimangono al momento poco chiare – nella più grande prigione della Repubblica Democratica del Congo, nella capitale Kinshasa.
La prigione di Makala, la più grande del vasto paese dell’Africa centrale, è nota per essere cronicamente sovraffollata: secondo le statistiche ufficiali, ospita dieci volte più detenuti (da 14.000 a 15.000) rispetto alla sua capacità nominale (1.500).
Secondo il ministro dell’Interno Champani molte vittime sono morte perché calpestate o soffocate. Il ministro ha parlato anche di “alcuni” casi di donne “stuprate”.
Nessuna spiegazione è stata fornita dalle autorità né sul numero dei prigionieri che hanno tentato la fuga, né sulle circostanze.
Il centro di detenzione, fatto di cemento, all’interno del quale le temperature sono spesso insopportabili, è stato più volte criticato dai gruppi per i diritti umani per le condizioni di reclusione “disumane”.
Oltre al pesantissimo numero di vittime, il tentativo di fuga ha causato anche ingenti danni materiali. Secondo le autorità, alcune infrastrutture della prigione, tra cui l’infermeria e gli uffici degli agenti penitenziari, sono state incendiate.
Lo stesso centro di detenzione aveva già subito ingenti danni durante un attacco armato nel 2017, durante il quale più di 4.000 prigionieri sono fuggiti.