Ministero Cultura. Dimissioni Francesco Spano dopo richiesta chiarimenti di Report. Di lui se ne occuparono nel 2017 Le Iene

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AgenPress – “Con sofferta riflessione mi sono determinato a rassegnarLe le mie dimissioni dal ruolo di Capo di Gabinetto della Cultura con cui ha voluto onorarmi  il contesto venutosi a creare, non privo di sgradevoli attacchi personali, non mi consente più di mantenere quella serenità di pensiero che è necessaria per svolgere questo ruolo così importante. Nell’esclusivo interesse dell’Amministrazione, pertanto, ritengo doveroso da parte mia fare un passo indietro. Ciò non mi impedisce, evidentemente, di esprimerLe la mia profonda gratitudine per la stima ed il sostegno che mi ha mostrato senza esitazione”.

Lo ha scritto il capo di gabinetto del ministero della Cultura, Francesco Spano in una lettera indirizzata al ministro Alessandro Giuli.

Nominato appena pochi giorni fa, il 14 ottobre, Francesco Spano aveva sostituito al Collegio Romano come capo di gabinetto Francesco Gilioli. Il ministro Giuli ha conosciuto il funzionario dimissionario al Maxxi, dove il primo era stato presidente prima dell’attuale incarico e Spano segretario generale. In questa veste, stando alle anticipazioni della puntata di Report in onda questa domenica, Francesco Spano ha fatto assumere fra i collaboratori retribuiti l’avvocato Marco Carnabuci, con cui è legato da pochi mesi in unione civile. Il legale, esperto di Federculture, godeva già di un lungo passato al Maxxi (dal 2018 al 2021) come responsabile dei dati personali, essendovi arrivato quando alla testa del museo c’era Giovanna Melandri.

In una nota Report  scrive che  “mentre Francesco Spano era segretario generale del Museo, il suo compagno Marco Carnabuci risultava consulente legale del Maxxi, ricoprendo il ruolo di responsabile dei dati personali. Lunedì scorso ne avevamo chiesto conto al Maxxi e sono arrivate le sue dimissioni.

Nelle clip di Report si vede un’intervista ad una donna di spalle, secondo la quale “da almeno sei anni il compagno di Spano riceve l’incarico di consulente legale del Maxxi”. Spano – si ricorda nel servizio – “andò a lavorare per la Human Foundation di Giovanna Melandri nel 2017 e l’anno dopo la Human Foundation offre una consulenza legale anche all’avvocato di Spano, Marco Carnabuci, che nel medesimo periodo ottiene una nomina a consulente legale anche dal Maxxi, allora presieduto da Giovanna Melandri. Carnabuci fino ad oggi ha sempre ottenuto il rinnovo della consulenza legale da parte del Maxxi, anche quando nel 2022 Francesco Spano è stato richiamato a fare il segretario del museo durante la presidenza di Giuli”.

Il nome di Francesco Spano non è nuovo alle cronache giudiziarie e del dibattito politico-governativo: nel 2017 il funzionario era stato coinvolto in un’opaca vicenda di finanziamenti concessi a un’associazione Lgbtqia+, che si spacciava per realtà culturale ma, scoprirono Le Iene in un’inchiesta, era dedita a ben altro, incluso sesso a pagamento. Spano all’epoca era capo dell’Unar, l’Ufficio governativo antidiscriminazioni razziali incardinato nella Presidenza del Consiglio, ed era iscritto all’associazione in questione.

Il caso poi si chiuse con le dimissioni del diretto interessato, non senza strascichi polemici e giudiziari: la Corte dei conti approfondì la faccenda aprendo un fascicolo d’indagine, che però finì nel nulla. Nel frattempo, infatti, Francesco Spano si era dimesso e la Presidenza del Consiglio aveva tolto i fondi assegnati all’associazione. C’era stata anche una denuncia per diffamazione presentata presso la Procura di Grosseto, secondo cui il funzionario era stato danneggiato nella sua reputazione.

Ma il Tribunale toscano proprio quest’anno ha messo una parola definitiva alla vicenda, rigettando il ricorso di Spano e condannandolo a pagare le spese legali. Nel dispositivo infatti è scritto che Le Iene hanno svolto un lavoro giornalistico che garantisce “l’oggettiva verità del racconto” e che “l’intero servizio andato in onda avesse ad oggetto una indagine volta a svelare fatti di indubbia gravità, coinvolgenti denaro pubblico in forma di finanziamento ad una associazione dedita, per tramite dei propri circoli, ad attività illecite”.

Della vicenda ha parlato anche Giorgia Meloni.  “Non ho parlato con Alessandro Giuli né quando ha lo nominato né quando si è dimesso Spano: leggo dalle agenzie che ci sarebbe un conflitto di interesse tra il capo di gabinetto e un’altra persona che risale al Maxxi, al tempo di Giovanna Melandri, nessuna è stata nominata da Alessandro Giuli, penso che si debba chiedere a chi” c’era prima, “non capisco perché esca adesso. Se lavori con quelli di destra diventa tutto più complicato”, ci sono “due pesi e due misure”, “questo è tutto quello che ho capito di questa vicenda”.

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