Boldrini ha respinto ogni tentativo di piegare il diritto internazionale alle convenienze geopolitiche: “Se applichiamo due pesi e due misure, allora abbiamo deciso che le regole che ci hanno consentito 70 anni di pace sono carta straccia. E questo doppio standard rischia di seppellire l’Occidente.”
Sulla compatibilità tra la condanna al regime iraniano e la critica all’attacco israeliano, Boldrini ha chiarito: “Io ho sempre difeso i diritti umani, mi sono schierata con il movimento Donna Vita Libertà, ho adottato prigionieri politici iraniani e manifestato contro il regime. Ma condannare il bombardamento israeliano non significa sostenere Teheran. Significa difendere il diritto internazionale, che deve valere sempre e per tutti.”
Boldrini ha quindi denunciato la manipolazione delle informazioni sull’arricchimento dell’uranio in Iran: “L’AIEA non ha mai affermato che Teheran stesse costruendo una bomba. Anche gli Stati Uniti lo sapevano. Israele ha attaccato senza prove. E non dimentichiamo che Israele stesso non ha mai firmato il Trattato di Non Proliferazione nucleare, né si è sottoposto ai controlli internazionali.”
L’ex presidente della Camera ha ribadito la sua contrarietà totale all’uso dell’arma nucleare, ricordando i rischi devastanti di una nuova escalation: “Oggi ci sono nove potenze nucleari. Se si continua a giocare sul filo della deterrenza, il mondo rischia davvero l’estinzione.”
Nel corso dell’intervista Boldrini ha anche affrontato il tema delle manifestazioni in solidarietà con la popolazione di Gaza e contro il riarmo: “Il 7 giugno siamo scesi in piazza con una manifestazione unitaria per chiedere la fine delle ostilità e sostenere il disarmo. È sbagliato criminalizzare chi manifesta. Netanyahu sta cercando di far dimenticare Gaza e di uscire dall’angolo con una nuova guerra. Non possiamo permetterglielo.”
Sulle tensioni interne al centrosinistra, Boldrini ha riconosciuto le differenze ma ha ribadito l’importanza di affermare principi chiari e condivisi: “Il PD è in un percorso di maturazione sotto la guida di Elly Schlein. Dobbiamo avere il coraggio di dire che il diritto internazionale non è negoziabile.”
Infine, ha escluso che un cambio di regime in Iran possa avvenire con le bombe: “La democrazia è un processo culturale, non si esporta con la forza. La popolazione iraniana, soprattutto i giovani e le donne, ha già dato prova di voler cambiare. Ma questo deve avvenire da dentro, non attraverso un’aggressione esterna che rischia solo di rafforzare il regime.”