L’Occidente ha bisogno di non dimenticare la sua civiltà mediterranea. Si svegli dal sogno ebraico e riconosca la Palestina

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AgenPress. Ma quale Europa? L’Europa non è mai nata. L’Europa se è stata tentata dal nascere è fallita. La questione palestinese deve fare riflettere e si tratta di Civiltà. Ha perso i connotati di essere stata Umanesimo di civiltà. I morti palestinesi sono la tragedia e la fine dell’umanesimo europeo.
L’Occidente ha nel suo interno una eredità dentro le culture orientali. È difficile poterlo affermare. Roma esiste in quanto ci sono stati i Mediterranei greci persiani egiziani.
L’Europa è un insieme di Stati deboli. Gli Stati Uniti d’America sono la contraddizione di diverse culture che non fanno comunque una Civiltà unitaria.
L’Europa senza il Mediterraneo non può essere considerata tale e tanto meno di può pensare a una struttura di Stati Uniti Europei. Il Mediterraneo è anche Striscia di Gaza altrimenti non può essere considerato un Mediterraneo inclusivo. Occorre immediatamente riconoscere la Palestina.
Un filosofo come Spengler ci ha introdotto in uno spazio dell’Occidente che conosce l’alba e il tramonto. Vintila Horia ci ha attraversato con una Grecia sulle sponde del Mediterraneo. Maria Zambrano ci ha condotto nella stanza degli specchi tra Occidente ed Oriente.
Quando la mediocrità incontra la debolezza le Nazioni decadono. Stiamo vivendo la caduta di un “nuovo Occidente” e non perché abbiamo difronte un Mondo forte, ma perché è un mondo terribilmente e tragicamente motivato da significati e a loro appartengono perché sono parte di un integralismo  considerato elemento, purtroppo, di civilizzazione.
Restano per loro dei “valori” non condivisi da una parte dell’Occidente. Ma se non si penetrano  le antropologie dei popoli non ci sarà civiltà. Ida Magli aveva ben compreso ciò quando sosteneva che una Nazione si fonda su una precisa idea di identità. Figuriamoci l’insieme di Nazioni.
L’Occidente addirittura ancora non ha compreso il il genocidio armeno  perché è una storia non economica ma puramente religiosa etnica e morale.
Occorre un Occidente forte che ritrovi la sua autorevolezza soprattutto nei valori e nella Tradizione, una Chiesa, e con Leone XIV sembra che ci si stia avviando verso questo percorso, che abbia coraggio e sappia fare delle scelte rigorose in momenti difficili, una cultura che metta al bando la leggerezza delle idee, delle Nazioni che sappiano far valere i principi di identità, di appartenenza, di eredità.
Siamo alla caduta di un “nuovo Occidente”, ma assumiamoci responsabilità cercando di far valere la nostra storia nella nostra forza senza definire barbari chi ci abita in modo frontaliero.
Se abbiamo la forza ancora di essere Civiltà in un Occidente allo sbando non possiamo continuare a trattare il problema di Gaza con concetti pensieri e parole che hanno la voragine del vuoto e del sangue versato. La storia non è la sintesi della modernità e del passato. Si fa con la responsabilità di essere civiltà. Ma è necessario svegliarsi dal sogno ebraico.
PIERFRANCO BRUNI 
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