AgenPress. Il Ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha lanciato una minaccia esplicita: Gaza City potrebbe essere distrutta qualora Hamas non accetti di disarmarsi, rilasciare tutti gli ostaggi e accettare i termini imposti da Israele per porre fine alla guerra.
In un post sui social media, Katz ha scritto:
“Presto, le porte dell’inferno si apriranno sulle teste degli assassini e stupratori di Hamas a Gaza – finché non accetteranno le condizioni di Israele per porre fine alla guerra, in primo luogo il rilascio di tutti gli ostaggi e il loro disarmo.”
Questa dichiarazione arriva mentre il governo israeliano ha accelerato i preparativi per una vasta offensiva militare su Gaza City. Il piano, approvato dal gabinetto per la sicurezza, include la mobilitazione di decine di migliaia di riservisti e un’espansione significativa delle operazioni sul terreno.
Organizzazioni internazionali come ONU e Croce Rossa hanno lanciato un allarme su un possibile disastro umanitario nel caso di un’offensiva su Gaza City, evidenziando i rischi per oltre un milione di civili e la loro impossibilità di evacuazione efficace.
In aggiunta, il Premier Netanyahu ha sottolineato inevitabilità dell’operazione su Gaza City, anche se prosegue un canale negoziale per il rilascio degli ostaggi.
Hamas ha mostrato apertura a rilasciare ostaggi solo se garantita la cessazione immediata del conflitto, rifiutando però il disarmo unilaterale.
C’è forte pressione diplomatica per bloccare l’offensiva: Germania, Francia, Regno Unito e altri hanno chiesto un cessate il fuoco e ricondotto la guerra all’ambito del diritto internazionale.
In Israele stessi famigliari di ostaggi e attivisti esprimono preoccupazione che l’aggressione militare possa mettere a rischio gli stessi ostaggi e rafforzare la posizione di Hamas come carnefice disperato.
Minacciare la distruzione di Gaza City ha risvolti profondi in termini di diritto internazionale umanitario. L’uso della forza contro un contesto abitato da civili, senza opzione di evacuazione sicura, solleva interrogativi sulla proporzionalità dell’azione e sul rispetto dei principi fondamentali delle Convenzioni di Ginevra.
Analisti e giuristi internazionali hanno definito i progetti di Katz (precedentemente riguardanti la creazione di una “città umanitaria” in zone oppressive come potenziali crimini contro l’umanità o atti di deportazione forzata.