La Duse al festival del cinema di Venezia tra discussioni riserve e accoglienze. Occorre rivedere il film oltre il fascino della Laguna

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AgenPress. È pur sempre un film. E il film non è una rappresentazione reale, non dovrebbe essere soltanto tale, ma un immaginario che si intreccia con i fatti, le emozioni, gli sguardi, la gestualità. Venezia è poi uno scenario stupendo soprattutto quando Venezia è nel cinema dell’onirico. Mi riferisco al film DUSE di Pietro Marcello con una malinconica brava accattivante Valeria Bruni Tedeschi.
Accolto bene e discutibile, accolto con riserve, accolto con sospensioni … Bisogna necessariamente rivederlo partendo da un presupposto importante che è quello che non è facilissimo strutturare un film su un personaggio poco afferrabile come Eleonora Duse. Duse significa il teatro tra fine ottocento e il primo ventennio ma significa anche i complessi legami con la cultura del Fascismo, il rapporto fondamentale con d’Annunzio, i suoi viaggi, i luoghi. In modo particolare se ci si basa all’ultima fase della vita della Divina.
Il punto centrale credo che sia non la ricostruzione fedele dei fatti. Non bisognerebbe adottare il metodo del reale ma quello dell’interpretazione. Il cinema è arte. Parto da questo principio. Essendo arte si base su due elementi: la sceneggiatura e quindi il dialogare e l’interpretazione. Certo, la scientificità è fondamentale. Ma è dentro altri contesti.
Il Comitato Nazionale celebrazioni Eleonora Duse del Mic ha adottato il termini della informazione e della scientificità ma il lavoro è sui libri, sulle mostre, sulle pubblicazioni, sui convegni e confronti ed è naturale che ci devono essere le basi scientifiche.
Un film è un incipit storico chiaramente ma poi lo spazio alla creatività diventa necessario. È l’arte dell’onirico e della fantasia. Altrimenti si corre di scivolare nel documentario o nel docu-film. Dopo Venezia lo rivedrò con più attenzione. Ma Duse resta la Divina. Certo, in questo primo impatto ci sono molte perplessità e molte ombre mi lasciano indeciso come la presenza di Gabriele o alcuni voli pindarici.
Noi che su Eleonora Duse abbiamo tanto lavorato nel corso di questi anni mi sembra giusto non dare giudizi affrettati ma di essere chiaramente vigili. Visto a Venezia in atmosfera e distrazioni affascinanti ha una sua contestualità. Da vedere al cinema con più serenità mi sembra più riflessivo anche se il quadro è già osservato.
PIERFRANCO BRUNI 
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