Riapre il Museo della Scuola Romana

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AgenPress. Da mercoledì 17 settembre 2025, nel Casino Nobile dei Musei di Villa Torlonia, riapre al pubblico il Museo della Scuola Romana, a conclusione del progetto di riallestimento promosso e curato dalla Sovrintendenza Capitolina e realizzato in collaborazione con Zètema Progetto Cultura. All’iniziativa ha contribuito BNL BNP Paribas, che ha messo a disposizione 60 opere del proprio patrimonio artistico, tra le quali l’esclusiva serie di vedute della Capitale nota come “Collezione Roma”.

Il progetto scientifico è stato curato da Federica Pirani, Claudio Crescentini, Antonia Rita Arconti, Annapaola Agati ed Elena Scarfò, l’allestimento da Stefano Busoni e Andrea Pesce Delfino.

A quasi vent’anni dalla prima inaugurazione, il Museo della Scuola Romana è stato ora ripensato secondo più moderni criteri museografici, didattici e d’inclusività, secondo un racconto costruito per sezioni tematiche che individuano i principali contesti (La Scuola di via Cavour; Gli artisti di Villa Strohl Fern), movimenti ed espressioni artistiche (Volti e corpi; Linguaggi artistici tra le due guerre) del periodo.

Il focus speciale su Roma (Paesaggi romani; Cantieri; Città senza mito; La ‘Collezione Roma’) è stato pensato per offrire un diverso sguardo sulla città, raccontandone il paesaggio e i grandi cambiamenti urbanistici e sociali avvenuti tra le due guerre mondiali.

Il nuovo percorso espositivo comprende oltre 150 opere tra dipinti, sculture, disegni e incisioni del Novecento appartenenti alla collezione permanente o acquisite in comodato d’uso (da privati o da altre istituzioni) ma anche capolavori solitamente non visibili al pubblico e poco noti, per lo più conservati presso i depositi della Sovrintendenza oppure in collezioni private.

Dal “Ritorno all’ordine” e dalla rilettura della tradizione italiana di artisti come Carlo Socrate e Quirino Ruggeri al “Realismo magico” di Antonio Donghi, Francesco Alessandro Di Cocco, Francesco Trombadori, Riccardo Francalancia; dall’espressionismo visionario di Ferruccio Ferrazzi e l’arte anti-accademica degli artisti della Scuola di Via Cavour (Mario Mafai, Antonietta Raphaël, Scipione) al tonalismo di Corrado Cagli, Emanuele Cavalli, Roberto Melli e Guglielmo Janni. E poi ancora il realismo documentario di Eva Quajotto, Antonio Barrera, Domenico Quattrociocchi e Odoardo Ferretti, arrivando al nuovo linguaggio realista maturato, a ridosso della Seconda Guerra Mondiale, da parte di autori come Alberto Ziveri, Fausto Pirandello, Renato Guttuso e il giovane Renzo Vespignani. Oltre a Raphaël e Ruggeri, sono presenti altri protagonisti della scultura quali Pericle Fazzini, Mirko Basaldella, Leoncillo Leonardi, e un maestro dell’incisione come Luigi Bartolini.

Oltre a Quajotto e Raphaël, sono molte le voci femminili presenti: Edita Broglio,  Leonetta Cecchi Pieraccini, Adriana Pincherle, Katy Castellucci, Pasquarosa, Maria Immacolata Zaffuto e Maria Letizia Giuliani Melis, in continuità con i progetti espositivi allestiti di recente nelle altre sedi museali di Villa Torlonia (Casino dei Principi e Casina delle Civette), con cui la Sovrintendenza Capitolina ha voluto riscoprire e ristudiare l’arte e la personalità di artiste che hanno dato un importante contribuito alla vita culturale e artistica dell’Urbe del Novecento.

“Il Museo della Scuola Romana di Villa Torlonia viene restituito alla nostra Città in una veste rinnovata.  Il nuovo allestimento valorizza il significativo ruolo di Roma che – allora come oggi – è luogo di incontro e di condivisione di idee da parte di artisti di varia provenienza e formazione” dichiara il sindaco Roberto Gualtieri. “Nonostante il complesso e a tratti drammatico contesto storico, questa generazione di artisti attivi tra le due guerre ha dimostrato come l’arte e la cultura siano sempre in grado di fiorire e generare nuove energie.”

Il rinnovato allestimento si avvale anche della preziosa collaborazione avviata con BNL BNP Paribas, di cui vengono esposte alcune pregevoli opere della collezione d’arte, compresa la famosa serie delle vedute della Capitale, nota come “Collezione Roma”. Si tratta di 54 opere di identico formato (cm 20×26) realizzate, tra il 1946 e il 1948, da importanti artisti del periodo quali Mario Mafai, Filippo de Pisis, Renato Guttuso, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, giovani talenti come Afro, Fausto Pirandello, Renzo Vespignani e altri, chiamati a confrontarsi sul tema “Aspetti della città di Roma”. La “Collezione Roma” nacque da una felice intuizione del celebre scrittore, sceneggiatore e giornalista Cesare Zavattini che la ideò e commissionò per il produttore cinematografico Ferruccio Caramelli. Dal 1983 la collezione è entrata a far parte della raccolta d’arte di BNL BNP Paribas che conta ad oggi oltre 6 mila opere. La Banca è impegnata in una costante attività di prestiti e collaborazione per la diffusione dell’arte e della cultura.

Claudia Cattani, Presidente di BNL BNP Paribas e Findomestic Banca: “Siamo orgogliosi di dare il nostro contributo fattivo alla realizzazione di questa Mostra, che segna la prosecuzione di una grande iniziativa culturale come il Museo della Scuola Romana, a 20 anni dal suo lancio. Contribuiamo con 60 opere del nostro patrimonio artistico, in particolare la “Collezione Roma”, e ribadiamo il nostro impegno nel sostenere la cultura come manifestazione della creatività umana e forma di comunicazione e condivisione. Per questo siamo costantemente impegnati in collaborazioni e prestiti delle nostre opere, affinché incontrino gli sguardi delle persone, stimolino conoscenza ed emozioni”.

Si segnalano infine a titolo esemplificativo alcuni dipinti che testimoniano gli importanti cambiamenti urbanistici e sventramenti degli anni Trenta e che intendono rendere omaggio alla città di Roma che ha visto nascere, accolto ed ispirato diversi artisti (Demolizioni a piazza Navona di Eva Quajotto, Tempio di Venere e Roma durante le demolizioni per la costruzione di via dell’Impero di Domenico Quattrociocchi, Demolizioni a via Montanara di  Odoardo Ferretti); il trasognato paesaggio della Composizione di Francesco Alessandro Di Cocco (1930); gli Operai (1925-1940) dipinti da Maria Immacolata Zaffuto recuperando l’antica tecnica dell’encausto; l’iconico ritratto realizzato dal pittore Amerigo Bartoli Natinguerra al famoso critico e storico dell’arte Roberto Longhi (1924) il quale identificò la “Scuola di via Cavour”, di fatto il primo nucleo artistico da cui prese le mosse la Scuola Romana.

Con il riallestimento dello spazio museale prende forma un percorso tematico e visivo che unisce diverse narrazioni, che si intrecciano e si completano per formare un unico, complesso racconto sull’arte e sulla città. Anche gli apparati didattici sono stati potenziati ed arricchiti con contenuti informativi, immagini, video (grazie alla collaborazione dell’Archivio dell’Istituto Luce) e audio fruibili tramite QR code, con una particolare attenzione all’accessibilità.

 Cenni storici sul Museo della Scuola Romana

Il Museo fu istituito nel 2006 grazie alla collaborazione tra Roma Capitale e un gruppo di studiosi, collezionisti ed eredi di artisti già attivi nell’Associazione Archivio della Scuola Romana fondata nel 1983 dalla gallerista Netta Vespignani col fine di valorizzare il patrimonio figurativo prodotto a Roma nel periodo compreso tra le due guerre nell’ambito del variegato ambiente artistico denominato “Scuola Romana”, uno dei momenti più interessanti e vitali dell’arte italiana del Novecento.

L’intesa virtuosa tra pubblico e privato, con l’acquisizione di opere in donazione e in comodato, ha consentito di dare origine ad uno spazio museale pubblico dedicato ad un importante momento della storia dell’arte della città di Roma rendendo fruibili capolavori che altrimenti sarebbero rimasti custoditi nelle collezioni private.

 

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