AgenPress. Maria Lvova-Belova, Commissaria russa per i diritti dell’infanzia, ricercata dalla Corte penale internazionale per il rapimento di bambini ucraini, ha rivelato nuovi dettagli sul rapimento di un bambino di Mariupol.
In una recente intervista al talk show russo “Smotri i Dumai” (“Guarda e pensa”), Lvova-Belova ha raccontato di aver “accolto” e adottato un ragazzo quindicenne di nome Filip, originario di Mariupol, la città che la Russia aveva demolito e occupato all’inizio della guerra.
Filip “non voleva andare in Russia” e che era “infastidito da Mosca e dalla Russia”, ma è riuscita a rieducarlo. Ha affermato che l’ostilità di Filip derivava dalla propaganda antirussa nelle scuole di Mariupol.
Nel marzo 2023, la Corte penale internazionale (CPI) ha emesso due mandati di arresto sia per Lvova-Belova che per il presidente russo Vladimir Putin, accusandoli di deportazione e trasferimento illegale di bambini dalle zone occupate dell’Ucraina alla Russia. Il Cremlino ha respinto le accuse.
Lvova-Belova è diventata la seconda donna nella storia a essere oggetto di un mandato di arresto della CPI, accusata di crimini di guerra relativi al trasferimento forzato di civili durante un conflitto armato.
Nell’intervista su quanti bambini avesse preso la Russia, Lvova-Belova risponde che il numero è di circa 20.000.
Secondo il database ufficiale ucraino Children of War, è stato confermato che almeno 19.500 bambini ucraini sono stati rapiti dalla Russia dall’inizio della sua invasione e circa 1.200 sono stati riportati a casa.