AgenPress. Ogni uomo sperimenta “dolore, sofferenza, tristezza, intrecciate con gioia, stupore, serenità” e in qualunque “situazione” il suo “cuore” anela “la pienezza, una felicità profonda”. “Un movimento interiore” lo spinge “verso un oltre che costantemente lo attrae”, perché “nessuna realtà contingente lo soddisfa”. Sicché tende “all’infinito e all’eterno”, anche se fa “esperienza della morte, anticipata dalle sofferenze, dalle perdite, dai fallimenti”.
In Cristo noi abbiamo la sicurezza di poter trovare sempre la stella polare verso cui indirizzare la nostra vita di apparente caos, segnata da fatti che spesso ci appaiono confusi, inaccettabili, incomprensibili: il male, nelle sue molteplici sfaccettature, la sofferenza, la morte, eventi che riguardano tutti e ciascuno. Meditando il mistero della Risurrezione, troviamo risposta alla nostra sete di significato.
