AgenPress. Secondo un nuovo rapporto pubblicato dall’UNICEF, quasi un bambino su tre nei paesi e nelle regioni dell’Europa e dell’Asia centrale per cui sono disponibili dati è sottoposto a punizioni fisiche a casa e quasi due su tre subiscono aggressioni psicologiche: sono queste le forme più comuni di violenza sui minori.
Il rapporto “Where we live and learn: Violence against children in Europe and Central Asia” indica che le punizioni fisiche, tra cui schiaffi, pizzicotti o percosse, colpiscono oltre il 30% dei bambini della regione. L’aggressione psicologica, che comprende minacce, umiliazioni e abusi verbali, colpisce fino al 69% dei bambini in 15 paesi e territori della regione per i quali sono disponibili dati.
“La violenza sta segnando l’infanzia di troppi bambini in Europa e in Asia centrale, spesso per mano delle persone che dovrebbero proteggerli e prendersi cura di loro”, ha dichiarato Regina De Dominicis, Direttrice regionale dell’UNICEF per l’Europa e l’Asia centrale. “Sebbene vietare ogni forma di punizione corporale in tutti i contesti sia un passo fondamentale, i Governi devono andare oltre e investire nel sostegno ai genitori, in sistemi di protezione efficaci e in servizi di prima linea che prevengano la violenza e intervengano quando si verifica”.
I dati mostrano che oltre il 90% dei genitori ritiene che le punizioni fisiche e le aggressioni psicologiche siano inutili, ma molti continuano a ricorrervi, spesso perché non sono in grado di controllare le proprie emozioni e non sono consapevoli dell’impatto dannoso a lungo termine delle punizioni violente sullo sviluppo e sul comportamento dei propri figli. I bambini sottoposti a violenza fisica o psicologica sono più inclini a sviluppare problemi di salute mentale, ad avere difficoltà a scuola e ad assumere comportamenti aggressivi. Questi effetti possono protrarsi fino all’età adulta, aumentando la probabilità di violenza futura all’interno delle famiglie e delle comunità e alimentando un ciclo intergenerazionale di abusi che può essere evitato.
Sebbene 38 dei 55 paesi e territori della regione abbiano ormai vietato le punizioni corporali in tutti i contesti, compreso quello domestico, la legislazione deve essere accompagnata da un sostegno concreto ai genitori e a chi si prende cura dei bambini, compresi programmi di genitorialità e servizi di sostegno alle famiglie. Il rapporto esamina anche la diffusione della violenza sessuale e della violenza contro i bambini a scuola:
tra l’1% e il 14% delle donne in 19 paesi dell’UE riferisce di aver subito violenza sessuale prima dei 15 anni, anche se il numero effettivo è probabilmente molto più alto.
In media, l’11% dei bambini della regione riferisce di essere stato vittima di bullismo a scuola, il 15% riferisce di essere stato vittima di cyberbullismo e il 10% ha partecipato a risse fisiche.
Il costo globale della violenza contro i bambini è stimato in 7.000 miliardi di dollari all’anno, circa l’8% del PIL mondiale. Modelli promettenti come quello Barnahus, che fornisce sostegno multidisciplinare a misura di bambino alle vittime di violenza, dimostrano come servizi coordinati possano aiutare i bambini a superare la violenza e al contempo ottenere giustizia.
Ending violence against children is a legal obligation under the Convention on the Rights of the Child and a global commitment under the 2030 Sustainable Development Agenda. Yet the region is not on track to meet this goal.
Per accelerare i progressi, l’UNICEF delinea sei raccomandazioni in un nuovo documento programmatico:
Vietare tutte le forme di punizione corporale in tutti i contesti.
Investire in programmi di genitorialità e servizi di sostegno alle famiglie che promuovano una disciplina positiva.
Ampliare l’accesso a servizi sociali e giudiziari a misura di bambino.
Potenziare ambienti di apprendimento sicuri e inclusivi, liberi dalla violenza dei coetanei e degli insegnanti.
Dare priorità alla raccolta e al monitoraggio dei dati per tracciare la violenza e misurare i progressi.
Garantire che nessun bambino, compresi quelli con disabilità, migranti o in affido, venga lasciato indietro.
Porre fine alla violenza contro i bambini è un obbligo giuridico ai sensi della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e un impegno globale nell’ambito dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Tuttavia, la regione non è sulla buona strada per raggiungere questo obiettivo.