Sudan. I trafficanti di armi prosperano mentre la popolazione è alla disperazione

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AgenPress. Mentre continua a peggiorare la situazione umanitaria in Sudan, i trafficanti di armi prosperano vendendo armi ai contendenti. Un rapporto pubblicato oggi da Global Initiative Against Transnational Organized Crime mostra come il conflitto scoppiato nell’aprile 2023 tra l’esercito sudanese e i miliziani delle Forze di Supporto Rapido è alimentato da due circuiti paralleli di fornitura di armi: uno ufficiale, destinato principalmente alle SAF con trasferimenti sostenuti da alcuni Stati, tramite aerei e convogli militar; l’altro clandestino, con flussi informali gestiti da contrabbandieri, intermediari familiari e reti criminali che hanno riattivato vecchie rotte di contrabbando attraverso il Darfur, il Ciad orientale e la Libia meridionale.

L’ultimo rapporto dell’ufficio umanitario dell’ONU relativo al mese di settembre dà invece conto del peggioramento della situazione umanitaria nelle aree di conflitto in Sudan.

I fronti caldi rimangono il Darfur e Kordofan dove i combattimenti tra le forze delle SAF e quelle dei miliziani delle RSF fanno sì che servizi essenziali come assistenza sanitaria, cibo e acqua rimangono in gran parte inaccessibili alle popolazioni locali.

Nel Darfur settentrionale, la città di El Fasher, assediata dalle truppe delle RSF, la situazione umanitaria ha continuato a peggiorare con l’intensificarsi delle ostilità. “I bombardamenti sono diventati sempre più indiscriminati, colpendo quartieri densamente popolati e insediamenti di sfollati” afferma il rapporto. “I civili subiscono violenze di ogni genere comprese violenze sessuali, reclutamenti forzati e detenzione arbitrarie”.

“Il 20 settembre – ricorda il rapporto- il complesso delle Nazioni Unite a El Fasher è stato attaccato, con conseguente perdita di veicoli, rifornimenti e attrezzature”.
Le ostilità sono riprese nella regione del Kordofan, lungo tre fronti di combattimento a nord, ovest e a sud di El-Obeid, rendendo impossibile l’accesso umanitario attraverso le zone di combattimento attive. El-Obeid, la capitale dello stato del Kordofan settentrionale, è un nodo strategico che collega la capitale, Khartoum, al Darfur.

“Le città di Dilling e Kadugli, nel Kordofan meridionale, rimangono sotto assedio da oltre un anno. Gli operatori umanitari hanno dovuto affrontare rischi continui, tra cui rapimenti, detenzioni e intimidazioni” afferma l OCHA.

A complicare la situazione umanitaria si sono aggiunte le inondazioni (“che hanno reso impraticabili assi stradali fondamentali come la strada Nyala-Darfur Orientale e diverse strade locali nel Darfur meridionale e occidentale, bloccando gli spostamenti umanitari”) e l’epidemia di colera che ha colpito pure la capitale Khartoum. Quest’ultima non è stata risparmiata da attacchi condotti da droni che hanno preso di mira le infrastrutture elettriche e idriche, provocando interruzioni prolungate, aggravando le conseguenze delle epidemie di colera, dengue e malaria.

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