G20 Sudafrica 2025. L’intervento del Presidente Meloni alla seconda sessione di lavoro

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AgenPress. Sappiamo tutti che nessuno può affrontare da solo sfide globali come il cambiamento climatico e la vulnerabilità dei sistemi alimentari. Come membri del G20 abbiamo la responsabilità condivisa di trovare una strada, ma sappiamo anche che quella strada deve basarsi sul buon senso.

A mio avviso, dobbiamo abbandonare una volta per tutte un dogmatismo ideologico che sta provocando più danni che benefici. In Europa, ad esempio, sono state fatte scelte in passato che hanno messo in ginocchio interi settori produttivi, e senza che questo producesse un beneficio reale sulle emissioni globali. In Africa, approcci dogmatici che non tengono conto delle specificità delle nazioni africane, imposti da partner stranieri, rischiano per paradosso di rafforzare vecchie dinamiche di dipendenza.

E’ una strategia perdente, e quindi serve trovare un punto di equilibrio pragmatico tra la necessità di limitare le emissioni e il rischio tanto di compromettere i sistemi produttivi più avanzati, quanto di impedire a quelli più deboli di affermarsi.
La sfida, a nostro avviso, è affermare il principio della neutralità tecnologica, perché non c’è una sola soluzione capace di costruire in tempi rapidi una solida alternativa all’approvvigionamento da fonti fossili, ma anche perché questo sprona la ricerca, l’innovazione e una competizione virtuosa. Il mix energetico deve essere equilibrato, e deve combinare tutte le tecnologie a disposizione. Rinnovabili, gas, idrogeno, biocarburanti, sistemi di cattura della CO2, oltre alla ricerca sul nucleare da fusione, che consentirebbe di cambiare la storia, producendo energia pulita, sicura e illimitata.

Questo è l’approccio che ispira l’Italia, e sul quale mettiamo in ogni sede a disposizione competenze industriali, capacità tecnologiche, nuovi strumenti finanziari e cooperazione con le altre nazioni. Ad esempio, abbiamo avviato investimenti nel Continente africano per un valore complessivo di quasi due miliardi e mezzo di euro, a finanziamento di progetti che vanno dalla costruzione di grandi impianti rinnovabili a soluzioni innovative per la produzione e lo stoccaggio.

Anche sul fronte dei sistemi alimentari, l’Italia continua a fare la sua parte: abbiamo co-organizzato con l’Etiopia l’ultimo Vertice delle Nazioni Unite sui Sistemi Alimentari, stiamo mettendo a disposizione dei nostri partner africani il nostro know-how agroalimentare e costruiamo con loro partenariati pubblico-privati che garantiscono risultati concreti. Lo sperimentiamo con successo in Algeria, ad esempio, dove lavoriamo insieme per recuperare oltre 36 mila ettari di deserto per produrre fino a 45 mila tonnellate di cereali e legumi in più all’anno, generando benefici per oltre 600 mila persone. Ora stiamo replicando questo esperimento in Senegal, Ghana e Congo, e ambiamo a coinvolgere altre Nazioni del continente.

Vorrei essere chiara nel concludere il mio intervento: il nostro obiettivo non è quello di creare dipendenza; il nostro obiettivo è quello di sostenere l’autosufficienza, perché crediamo nella dignità delle persone, crediamo nella libertà delle Nazioni e crediamo nella forza delle partnership autentiche.

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