Noi democristiani non ci dividiamo per correnti, ma per razze, ed io appartengo a una razza diversa da quella del nostro amatissimo Presidente
AgenPress. Continuo a incamerare intere pagine di giornale su mie interpretazioni del pensiero del Presidente Mattarella sulla legge elettorale. La cosa che più mi diverte è che io non sono il prototipo del confidente del nostro Presidente: come diceva il mio antico maestro Tommaso Morlino, noi democristiani non ci dividiamo per correnti, ma per razze, ed io appartengo a una razza diversa da quella del nostro amatissimo Presidente.
Dopodiché la stima supera i dissensi, e infatti alla prima elezione di Mattarella io deposi nell’urna, e pubblicamente dichiarai, il mio voto convinto per lui. E ne sono orgoglioso: è stato un grande Presidente, visto da destra, e visto da sinistra (sennò che democristiano era?).
Detto questo, non siamo mai stati concordi nelle analisi politiche. Fu memorabile la scissione del Ppi, nella quale mi contrapposi alla sinistra popolare, a cui davano la linea Sergio Mattarella e il professor Leopoldo Elia. Mattarella mi attaccó duramente, e ad una agenzia di stampa dichiarò: ’non prendiamo ordini nè dal filosofo Buttiglione nè dal filosofo minore Rotondi’.
Quella nota di agenzia campeggia, adeguatamente incorniciata, nel mio ufficio romano: sono onorato di aver discusso con uomini come Sergio Mattarella. E al mio amico Maurizio Belpietro – e dico amico in modo sostanziale, non come dicevano i democristiani – dico solo una cosa, nel più pieno rispetto della libertà di stampa: il problema del centrodestra italiano non sarà Mattarella. Ne avrà, ne avremo, ma non questo.
E’ quanto dichiara, nel suo profilo Fb, il presidente della DCR Gianfranco Rotondi.