Cicchitto (ReL): dire no al Mes non ha senso, visti anche i tempi lunghi del Recovery Fund

AgenPress. A proposito dell’«irresistibile ascesa di Giuseppe Conte» non possiamo fare a meno di evocare il motto «beati monoculi in terra caecorum». Conte su indicazioni dell’on. Bonafede fu eletto presidente del Consiglio perché il Movimento 5 stelle e la Lega non potevano accettare che Di Maio e Salvini assumessero la guida del governo.

Fu così scelto un professionista di buon livello, un avvocato civilista appartenente al prestigioso studio Alpa che non aveva alcuna precedente esperienza politica. Per tutta una fase Conte veniva a stento consultato dai due consoli che procedevano ognuno per la propria strada.

In breve tempo però Salvini dominò la scena cavalcando due slogan: «porti chiusi» e «rimpatriamo 600.000 clandestini». Nessuno di questi due slogan fu mai realizzato, ma l’effetto d’annuncio fu straordinario: alle elezioni europee i rapporti elettorali furono rovesciati.

I grillini, annichiliti, non davano segni di reazione. Senonché inopinatamente l’8 agosto 2019 proprio colui che dal governo giallo-verde stava traendo i maggiori vantaggi, cioè Salvini, buttò tutto per aria: il suo obiettivo era quello delle elezioni anticipate per conquistare «i pieni poteri».

Molti rimasero annichiliti, ma emersero due personaggi: da un lato Renzi che propose un governo fra il M5s e il PD, dall’altro proprio l’avvocato Conte che avendo preso le misure a Salvini, in un memorabile discorso parlamentare, spiegò all’attonito leader leghista le regole del vivere civile e della normalità istituzionale (rivendicare i «pieni poteri» provocando la crisi di governo e invocando le elezioni anticipate fa pensare a disegni autoritari che a loro volta provocano crisi di rigetto).

Quel discorso parlamentare fu il trampolino di lancio per Conte che così poté succedere brillantemente a sé stesso con un governo di opposto segno rispetto a quello precedente. Di qui, è iniziato un percorso tutt’altro che brillante, dove però Conte ha potuto avvalersi di due elementi: da un lato il fatto che Salvini perseguiva la rottura con l’Unione Europea e nessuno in Italia voleva correre il rischio di infilarsi in una simile avventura, dall’altro l’esplosione del Coronavirus, che ha provocato nel mondo una situazione di emergenza che non dava certo spazio a crisi di governo.

Per di più in Europa di fronte alla combinazione fra pandemia sanitaria e recessione economica la Germania e la Francia capirono che andava rovesciata la linea dell’ austerity e del rigore e che bisognava evitare la rottura con l’Italia e con la Spagna acquisendo interlocutori affidabili come Sanchez e come lo stesso Conte. A quel punto Conte ha capito che, pur partendo da una situazione di debolezza strutturale, tuttavia aveva un notevole potere contrattuale e lo ha fatto valere sia nel confronto fra i 27 presidenti del Consiglio sia a livello mediatico trovando nell’olandese Rutte un ottimo sparring partner, il cattivo contro il quale far rifulgere il suo molo di buono.

A questo punto, però, conclusa una partita se ne apre un’altra molto impegnativa che sta dividendo sia il centro-sinistra che il centro-destra. Per ciò che riguarda il governo non si capisce, visti anche i tempi di erogazione dei fondi e le condizioni del Recovery Fund, come può essere rifiutata l’immediata utilizzazione del Mes.

Di conseguenza la maggioranza PD, Movimento 5 stelle, LeU, Italia Viva si trova davanti a un enorme problema politico. Ma a sua volta un centro-destra a guida Salvini non va da nessuna parte. Solo gli ideologi Bagnai e Borghi che ispirano Salvini non si rendono conto che, può piacere o non piacere, il presente e il futuro dell’Italia dipendono larga mente dall’Europa. Fortunatamente vale anche l’inverso: la Germania e la Francia a loro volta non possono rompere con l’Italia e con la Spagna vista l’aggressività della Cina e della Russia e la confusione mentale e comportamentale di Trump.

Ora, tutto ciò è stato perfettamente capito da Berlusconi, che non a caso viene riverito anche da quelli che prima cercavano di tagliargli la gola e dalla stessa Giorgia Meloni che sta modulando in modo accorto il suo sovranismo, non frontalmente antieuropeo viste le risorse che stanno arrivando.

Invece chi non ha capito nulla è Salvini che continua ancora a sparare a palle incatenate contro l’Europa e contro l’accordo fatto, ma delle due l’una: o Berlusconi e la stessa Meloni fanno valere le rispettive posizioni e allora hanno una partita da giocare oppure se il centro-destra si appiattisce su Salvini rischia o di non prendere palla o di svolgere un molo negativo di fronte alle indubbie contraddizioni della maggioranza: il voto comune al parlamento europeo di leghisti, grillini, di Fratelli d’Italia contro il Mes è una pericolosa testimonianza d’infantilismo politico che può fare solo danni all’Italia.”

Così al quotidiano Il Tempo Fabrizio Cicchitto (Presidente Riformismo e Libertà).

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