Francesco Tagliente: “Le vittime di violenza vanno protette con interventi su maltrattanti e stalker”

AgenPress. Ennesimo femminicidio ieri a Napoli. La donna colpita con 12 coltellate inferte con una brutalità inaudita alla presenza del figlioletto. Il delitto sarebbe avvenuto dopo una lite. Un 43enne si costituisce e confessa di aver ucciso la moglie. E’ il quattordicesimo femminicidio dall’inizio dell’anno nel nostro Paese.

“Vado ripetendo da anni che bisogna intervenire anche sugli autori, che è giunto il momento di pensare a programmi d’intervento finalizzati ad incoraggiare gli autori di violenze a prendere coscienza delle loro azioni, a riconoscere le loro responsabilità e a modificare i loro comportamenti.

Sono ancora molti a rifiutare l’idea che il maltrattante sia da educare o curare, ma per fortuna negli ultimi anni in varie città si stanno costituendo centri specializzati.”

Lo ha detto questa mattina il prefetto Francesco Tagliente, commentando la rassegna stampa nell’ambito del programma “Dentro la Notizia” del Telegiornale di Italia 7 condotto dal giornalista Gaetano D’Arienzo.

“Gli ultimi casi di violenza sulle donne hanno riacceso il dibattito sulla prevenzione dei comportamenti abusanti e violenti”

“Premetto che se a distanza di 12 anni dalla prima legge si registrano ancora tanti gravi fatti, qualcosa non va.” Aveva scritto su La Nazione l’ex Questore di Firenze e di Roma nonché Prefetto di Pisa. Proviamo a fare un punto di situazione per cercare di individuare le criticità irrisolte.

Il legislatore ci ha fornito strumenti giuridici importantissimi che permettono di registrare significativi segnali di miglioramento. Ma accanto a tanti aspetti positivi si avvertono anche delle criticità che vanno affrontate.

Ricordo che subito dopo l’introduzione della prima legge del 2009, come Questura di Firenze, con la preziosa collaborazione del S. Commissario dr.ssa Nadia Giannattasio, abbiamo elaborato, precorrendo i tempi, il primo protocollo formativo e operativo che pose l’accento sull’ esigenza di ricondurre ad un ufficio specializzato – strutturato come anello di congiunzione tra intervento in emergenza e investigazione – l’azione di prevenzione, l’ascolto delle vittime vulnerabili e un attento e costante monitoraggio di vittime e autori di violenza.”

“Fu quindi condivisa – prosegue- l’esigenza di ricondurre tale protocollo operativo a due figure professionali specializzate: la S. Commissario dr.ssa Nadia Giannattasio per il coordinamento del settore dedicato alle vittime di violenza domestica, dei minori e dei soggetti vulnerabili e la S. Commissario dr.ssa Cristina Cappelli per quello dedicato alle vittime di stalking e alla trattazione degli ammonimenti.”

“Questo modulo operativo – ricorda – nel tempo, ci ha consentito di maturare la convinzione che per proteggere le vittime e ridurre il rischio è necessario incentivare la specializzazione degli operatori del settore e i programmi di recupero per i maltrattanti e gli stalker. Che se vogliamo ridurre i casi di violenza nei confronti delle donne dobbiamo intervenire anche sui carnefici. Che servono “Centri di ascolto per maltrattanti.

Fu poi avviato il progetto per specializzare il personale addetto alla trattazione delle vittime di stalking e dei maltrattanti. Nel 2009 con decreto rettorale l’Università fiorentina, istituiva il corso di perfezionamento sugli “Aspetti psicologici nella raccolta di informazioni testimoniali e nella comunicazione”, riservato a 44 operatori laureati della Questura di Firenze.

L’approfondimento della psicologia della testimonianza consentì di migliorare la ricezione delle denunce delle vittime di violenza domestica, l’ascolto dei minori, nonché la gestione delle richieste di ammonimento a carico degli autori di atti persecutori.

L’esperienza operativa – dice ancora il prefetto Tagliente – fece emergere la necessità di interventi di recupero rivolti al maltrattante, nonché quella, in alcuni casi, di poter valutare, attraverso centri e figure specializzate lo stato di salute mentale dello stalker, per evitare che una misura di prevenzione come l’ammonimento potesse al contrario tradursi in un pericolo per la vittima. Proprio a Firenze nel 2009, pur in assenza di una previsione normativa, fu attivato il Centro di Ascolto uomini Maltrattanti (CAM).”

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