Governo. Franceschini, “Conte non si tocca, non esistono né un altro premier né un’altra maggioranza”

Agenpress –  “Apprezzo moltissimo il lavoro di Conte, come ha guidato il governo in uno dei passaggi più difficili della storia della Repubblica e come cerca sempre il punto di equilibrio in una coalizione inevitabilmente complicata. Anche per questo deve essere chiaro che per noi non esistono né un altro premier né un’altra maggioranza in questa legislatura. Ogni nostra parola, anche quando appare critica, è per migliorare l’azione del governo, non per indebolirla”.

Lo dice il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini a la Repubblica ribadendo che Conte  non si tocca. “Da tutte le crisi  anche dalle più drammatiche, possono emergere delle opportunità. Il Paese ci chiede di essere all’altezza della sfida, accantonando toni rissosi e interessi di parte e lavorando come una squadra”.

L’accordo sulle regionali: “Il controsenso politico è che una squadra che sta governando l’Italia poi si presenti divisa alle elezioni regionali. Chi può capire il perché? Non insieme contro la destra ma gli uni contro gli altri. Politica e semplice buonsenso dicono che è un errore gravissimo e in questa direzione vanno le parole di Zingaretti e Conte su cui sarebbe utile un supplemento di riflessione di 5 Stelle e Italia viva”.

Sull’ipotesi di un ingresso del segretario del Pd Nicola Zingaretti nel governo: “Mi pare che Nicola abbia detto con chiarezza che intende rafforzare l’azione di governo nel suo ruolo di segretario e di presidente di Regione”.

Sull’uso del Mes, e sulla ‘revisione’ dei decreti sicurezza di Salvini, Franceschini afferma che “prima si decidono le cose da fare poi che risorse è più conveniente utilizzare per farle. Ci aspetta un mese molto impegnativo con una agenda fitta. Il decreto Semplificazioni, lo scostamento e le ulteriori misure economiche e sociali, i decreti sicurezza e la prima lettura della legge elettorale”, e sul proporzionale “ci sono l’accordo al momento costitutivo del governo, condizione per poter votare tutti la riduzione dei parlamentari, e una proposta di legge firmata da tutti i gruppi di maggioranza. Pacta sunt servanda, tutto qui”.

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