Nuovo Dpcm. L’Italia viene divisa in 3 aree di rischio. Coprifuoco nazionale dalle 22 alle 5

AgenPress – Il coprifuoco scatterà in tutta Italia a partire dalle 22 per tutelare la ristorazione da asporto; chiudono musei e i centri commerciali ma solo nel fine settimana. Le scuole restano aperte in presenza fino alla terza media. Le superiori tutte in didattica a distanza. Il trasporto locale potrà circolare ma con la capienza ridotta del 50%. Tornano anche le autocertificazioni: si potrà entrare e uscire dalle regioni in zona rossa solo per motivi di salute, di lavoro e necessità.

“Le disposizioni del presente decreto si applicano dalla data del 5 novembre 2020, in sostituzione di quelle del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 24 ottobre 2020, e sono efficaci fino al 3 dicembre 2020”.

L’Italia viene divisa in 3 aree di rischio.  Dove il contagio è più diffuso e gli indici epidemiologici sono più critici (scenario 4, massima gravità) scatterà il lockdown. Si potrà uscire di casa solo per andare a lavorare, per fare la spesa, per motivi di salute o necessità. E per fare attività sportiva individuale e per portare i bambini a scuola (in presenza fino alla prima media compresa). Vietato anche lo spostamento tra comuni.

Nelle zone dove la curva epidemiologica è  compatibile con lo scenario 3 dell’Istituto superiore di sanità (elevata gravità) la serrata riguarderà anche bar e ristoranti per tutto il giorno ma non i negozi al dettaglio. Sono vietati gli spostamenti in entrata e in uscita dalle regioni e gli spostamenti tra i comuni. Si potrà però uscire, passeggiare e fare attività sportiva individuale. Nelle restanti territori  si applicheranno le misure standard previste a livello nazionale.

Nelle zone che rientrano nella scenario 4 sarà in vigore la didattica a distanza anche per gli alunni di seconda e terza media. Nelle altre zone il Dpcm prevede scuola in presenza per infanzia, elementari e medie. Dad invece per le superiori.

A bordo dei mezzi pubblici del trasporto locale e del trasporto ferroviario regionale sia consentito “un coefficiente di riempimento non superiore al 50 percento“. È escluso, però, il “trasporto scolastico dedicato”

Nelle zone ad alto rischio, a differenza di quanto previsto nella bozza, resteranno aperti parrucchieri, barbieri ed estetisti.

Nelle zone ad alto rischio, la bozza del Dpcm prevede la sospensione delle attività sportive, comprese quelle presso centri e circoli sportivi, anche se svolte all’aperto. Sarà consentito “svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione”.

Nelle zone che ricadono nello scenario 3 restano aperti i negozi ma chiudono bar e ristoranti. Limitato in queste zone anche “ogni spostamento con mezzi di trasporto pubblici e privati in un comune diverso da quello di residenza, salvo esigenze di lavoro, studio, salute e necessità”.

Smart working ai massimi livelli possibili, sia nella Pubblica amministrazione che nel settore privato, e ingressi differenziati del personale. In particolare, le pubbliche amministrazioni (salvo il personale sanitario e chi è impegnato nell’emergenza) dovranno assicurare “le percentuali piu’ elevate possibili di lavoro agile, compatibili con le potenzialità organizzative e con la qualità e l’effettività del servizio erogato”  e “con le modalità stabilite da uno o piu’ decreti del Ministro della pubblica amministrazione”. Sarà compito di ciascun dirigente di garantire il massimo livello di smart working. “Forte raccomandazione” dell’utilizzo della modalità di lavoro agile da parte dei datori di lavoro privati.

“Sono sospese le prove preselettive e scritte delle procedure concorsuali pubbliche e private e di quelle di abilitazione all’esercizio delle professioni, a esclusione dei casi in cui la valutazione dei candidati sia effettuata esclusivamente su basi curriculari o in modalità telematica”. Esclusi dal provvedimento i concorsi per il personale sanitario.

Sospese le mostre, chiusura dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura.

Il Dpcm prevede che le “ulteriori misure di contenimento del contagio nelle Regioni, o in parte di esse, che ricadono nello scenario di rischio 3 o nello scenario di rischio 4 entrano in vigore con ordinanza adottata dal Ministro della Salute d’intesa con il presidente della Regione interessata”. Le ordinanze che riguardano le Regioni “sono efficaci per un periodo minimo di 15 giorni”

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