Per 7 pazienti su 10 il sistema sanitario va migliorato

Agenpress. “Cresce la fiducia e la  considerazione nella classe medica e negli operatori socio sanitari. Ma c’è preoccupazione per i ritardi nella diagnosi e nella presa in carico: per 7 pazienti su 10 il sistema va migliorato“.
Sintetizza  così, Francesco Saverio Mennini (Ceis-Eehta), l’indagine conoscitiva,  da lui coordinata, ‘I bisogni dei pazienti cronici”, condotta dal  Ceis-Eehta (Economic Evaluation and Hta) della Facoltà di Economia  dell’università di Roma Tor Vergata in collaborazione con Aism, Aigd  e altre associazioni di pazienti. La ricerca è stata presentata il 10 dicembre a Roma al convegno PreSa-Prevenzione e Salute 2019 ‘Dalla parte dei  fragili: il ruolo del paziente tra assistenza, innovazione terapeutica e welfare’.
“Le diagnosi tardive compromettono la qualità di vita del paziente e  fanno lievitare i costi sociali ed economici della patologia. Un  esempio? La partecipazione al mondo del lavoro passa dall’80% nelle  fasi iniziali di una malattia come la sclerosi multipla fino a meno  del 10% negli stadi più avanzati di disabilità”, aggiunge Mennini.
L’indagine ha coinvolto oltre 1.130 partecipanti in diverse regioni  (Lazio, Lombardia, Campania, Liguria, Emilia Romagna, Umbria, Puglia,  Basilicata e Sicilia). Nello specifico il 65% degli intervistati  ritiene che la propria patologia sia conosciuta e considerata da parte degli operatori socio sanitari con cui si è confrontato. Più del 60%  degli intervistati reputa congruo, e valuta positivamente, il tempo  che lo specialista di riferimento per la sua patologia dedica per il  confronto durante le visite. Ancora, circa il 60% ritiene di essere  stato informato correttamente rispetto alla sua patologia, ai  trattamenti ed al decorso.
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