Agenpress – “Questo decreto salva i risparmiatori, ma nessuna pietà per i manager e gli amici degli amici”, dice Luigi Di Maio. “”Al Consiglio dei ministri – ha aggiunto il leader 5S – è pervenuta una relazione della Banca d’Italia su tutti i controlli fatti negli ultimi anni” sulla banca Popolare di Bari e questa “sarà ovviamente al centro di una discussione e si potranno verificare i controlli fatti e se si poteva fare di più”. “Conte – ha precisato ancora – solleciterà Bankitalia e i commissari su un’azione di responsabilità nei confronti dei vecchi manager, su quelli che hanno fatto il buco di bilancio prestando soldi agli amici degli amici”.
Per il rilancio della Banca Popolare di Bari il governo intende creare una Banca di investimento con la ricapitalizzazione di Mediocredito centrale (banca del Mezzogiorno) attraverso un finanziamento da 900 milioni di euro a Invitalia. Lo prevede il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri. Le norme vogliono contribuire al superamento del gap sullo sviluppo economico tra nord e sud.
Invitalia non è altro che l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, società al 100% di proprietà del ministero dell’Economia. Ora con il decreto si autorizza “un finanziamento a Invitalia fino a 900 milioni di euro nel 2020” per rafforzare il patrimonio di Mediocredito centrale “affinché possa promuovere lo sviluppo di attività finanziarie e di investimento che possano accompagnare la crescita e la competitività delle imprese italiane”.
Secondo alcune fonti, dei 900 milioni stanziati per il 2020 dal governo, alla Popolare di Bari potrebbero servirne 500 e altri 400 potrebbero essere impiegati per rafforzare altre banche del Sud o sostenere imprese come l’Ilva (per la quale l’esecutivo immagina un intervento proprio di Invitalia). Ma per ora sono solo ipotesi. Al rilancio della Banca Popolare di Bari parteciperanno anche il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi ed eventuali altri investitori. L’istituto di credito pugliese è stato sottoposto venerdì 13 dicembre alla procedura di amministrazione straordinaria da parte della Banca d’Italia. Tale decisione agevolerà il raggiungimento degli obiettivi di rafforzamento della BPB.
La Banca di Investimento nascerebbe dalla “scissione” delle acquisizioni fatte dal Mediocredito centrale. La formazione passerà attraverso un decreto con il quale il Mef acquisirà attività e partecipazioni, con l’intero capitale sociale, senza dovere alcun corrispettivo. Le operazioni saranno realizzate in un regime di esenzione fiscale. Le risorse per il salvataggio della Banca Popolare di Bari arrivano dal fondo del ministero dell’Economia destinato “alla partecipazione al capitale di banche e fondi internazionali”. Le risorse sono “iscritte sul capitolo 7175 dello stato di previsione del ministero dell’Economia e delle Finanze”, rifinanziato per il 2020 “con la Sezione II” della legge di bilancio approvata nel 2018.
“Misure urgenti per il sostegno al sistema creditizio del Mezzogiorno e per la realizzazione di una Banca di Investimento”. E’ stato così modificato il titolo del decreto legge. Il testo è stato approvato senza modifiche sostanziali, ma in Cdm si è scelto di modificare il titolo, esplicitando il sostegno al sistema del Sud. Il dl era annunciato come “Misure urgenti per la realizzazione di una Banca di Investimento”.