l no dell’Europa all’Ilva e il passaporto italiano sequestrato ai ragazzi di Taranto e ai loro genitori
Agenpress – Il tempo pieno nella scuola primaria italiana esiste, ma praticamente quasi solo al Nord. Alla fine dei cinque anni di elementari le alunne e gli alunni delle regioni settentrionali sono rimasti in classe un anno di più. Per arrivare a questo risultato, basta moltiplicare la differenza media di orario settimanale (38 contro 30) per la durata dell’intero ciclo scolastico, non è un calcolo difficile.
La classifica delle classi più sovraffollate nelle scuole pubbliche di ogni ordine e grado è impietosa: Puglia, Campania e Calabria staccano nettamente Piemonte, Lombardia e Liguria. Ogni professore nel Mezzogiorno segue contemporaneamente tutti i giorni circa 10 studenti in più rispetto a un collega del Nord.
Se prendete in esame i dati che riguardano il personale non docente e i fondi contro la dispersione scolastica la tendenza risulterà ancora più accentuata.
Ho sempre pensato che i numeri parlano. Questi numeri raccontano di due Paesi separati alla nascita e hanno la forza di un pugno nello stomaco. Perché c’è un solo motivo di tutto ciò. Si chiama Stato che fa figli e figliastri e lo fa, di anno in anno, con il solito trucchetto della Spesa Storica e una dose crescente di cattiveria e incoscienza.
Per cui, questa è la cruda realtà, se la Regione Lombardia impegna 420 milioni per garantire il diritto allo studio dei suoi giovani nel 2019, la Puglia non va oltre i 32 milioni.
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