Coronavirus, Scandurra: “Giuseppe Conte? colto in fallo dall’Europa”

Fra promesse da marinaio e fiabeschi proclami, ecco che cosa attende gli italiani nel  pensiero firmato dal giornalista Maurizio Scandurra con l’Avvocato Emanuele Crozza


Agenpress. “Tempi grami per un’Italia alle prese con un’economia di guerra al tempo del Coronavirus”. E’ il timore – lo confida sarcasticamente nella sua opinione quotidiana ad Agenpress – del giornalista e saggista cattolico Maurizio Scandurra.

C’era una volta un papà povero, un tal Giuseppe, che aveva una figlia di nome Italia. Una bambina bellissima e sincera che non gli somigliava per niente: vedendola ammalata e tremebonda sul letto di morte, e non avendo altre cure se non pezze rattoppate e per nulla fresche da apporle sulla fronte calda e febbricitante, perché nel frattempo gli avevano tagliato anche l’acqua oltre ai viveri, non gli restava che prometterle fintamente, mentendo a se stesso, di poterle regalare, a guarigione avvenuta, una bella bicicletta nuova”, prende a narrare ironico e pungente il solito Scandurra.

Che prosegue: “Quel padre ormai in mutande si vide così costretto a impetrare un aiuto economico alla vicina di casa, una vecchia megera di nome Germana. Una donna frigida e rigida dall’oscuro passato, su cui correva voce che avesse persino cambiato identità. Si diceva infatti fosse stata inizialmente battezzata come Angela, ma tutti per lo più nel quartiere la chiamavano abitualmente col soprannome che ricordava per lo più una nota marca di disincrostanti per wc. Nomignolo di cui peraltro andava fiera. Il papà tornò ovviamente a casa a piedi e senza soldi, tutto tronfio per aver firmato una bella cambiale a vita siglata ‘Mes’: ‘Modalità Europea Svendita’. Nel mentre, però, la bimba spirò ignara, portando via con sé per sempre anche il sogno menzognero di tornare a correre libera come un tempo”.

Per poi chiosare: “Giuseppe Conte, in Europa non conti nulla. Più colto in fallo di così, si muore. E il dramma è che non è affatto uno scherzo. Perché in Italia i proclami, quando prendono forma e si materializzano, hanno forma prevalentemente fallica con tanto di dirette tv in pompa magna. La verità è che il re è nudo. Come il fondoschiena degli italiani”.

Sul tema interviene, epigrafico e tranchant, anche l’Avvocato Emanuele Crozza, penalista nonché legale specializzato in diritto bancario e crisi d’impresa: “La notizia buona è che il Governo si è accorto che gli italiani non hanno soldi. La brutta, invece, è che glieli farà prestare dalle banche, a cui dovranno restituirli con gli interessi e serviranno nella maggior parte dei casi a pagare le tasse. O comunque finiranno su conti correnti con saldi passivi, e quindi ripresi dalle stesse banche che glieli hanno imprestati. Pertanto, la ‘genialata’ dell’esecutivo è far indebitare ancor di più il popolo italiano. E la ciliegina rossa e amara pronta a condire il pasticcio, anziché la torta? Si chiama mini patrimoniale”.

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