Patrick Zaky. Udienza rinviata al 21 aprile. Amnesty, a rischio la sua vita. Italia intervenga

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Agenpress –  E’ stata rinviata ancora, stavolta al 21 aprile, l’udienza in cui deve essere deciso se prolungare di altri 15 giorni la custodia cautelare di Patrick George Zaky, lo studente egiziano dell’università di Bologna in carcere al Cairo con l’accusa di propaganda sovversiva.

A dirlo una sua legale, Hoda Nasrallah, precisando che come i precedenti anche questo rinvio è dovuto al coronavirus e ha riguardato anche altri casi all’esame della Procura.

Patrick è detenuto in Egitto dal 7 febbraio (ufficialmente dall’8 dopo il controverso fermo del giorno prima) e il 7 marzo vi era stato il secondo rinnovo quindicinale della detenzione. Da allora, per tre volte a marzo e da ultimo il 6 aprile, l’udienza è stata sempre rinviata formalmente a causa della pandemia di Covid-19 che in Egitto ha superato i duemila casi facendo quasi 150 vittime.

Fra le accuse a carico di Patrick, basate su un account Facebook che la difesa considera gestito da altri, vi sono “diffusione di notizie false”, “incitamento alla protesta” e “istigazione alla violenza e ai crimini terroristici”. La famiglia, preoccupata per la sorte del giovane che soffre di asma, ha potuto vederlo nel carcere cairota di Tora l’ultima volta oltre un mese fa, il 9 marzo.

“Continua questo calvario, per la quinta volta consecutiva l’udienza per determinare il proseguimento della detenzione preventiva non si è svolta e Amnesty International continua a chiedere che Patrick Zaky sia rilasciato”, dice Ricardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.

“E’ innocente, ma soprattutto è a rischio di contagio da Covid-19 in quanto è asmatico. Le condizioni igienico sanitarie e il sovraffollamento della prigione in cui si trova possono favorire la diffusione della pandemia  e in questa situazione in cui di fatto l’attività giudiziaria in Egitto è ferma, non è possibile che Patrick rimanga a languire, è a rischio la sua vita”.

“Chiediamo alle autorità italiane di trovare un quarto d’ora di attenzione, pur nella situazione difficilissima in cui è il nostro Paese, per chiedere alle autorità egiziane di rilasciare al più presto Patrick”.

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